TOKYO 2023
東京へようこそ (Tokyo e yokoso) !
Letteralmente "benvenuti a Tokyo !" ...e per arrivarci, oltre 16 ore di viaggio di cui 12 ore e mezza di volo diretto (dopo uno scalo a Monaco, da Milano Malpensa) e 7 ore di fuso orario.
No... non comincio da questo per scoraggiarvi, anzi... vorrei proprio darvi voglia di fare i bagagli.
Prima di tutto, perché Tokyo ?
Oltre al fatto che Tokyo è sicuramente una delle metropoli da visitare almeno una volta nella vita, ci sono tanti motivi che ci hanno spinto a visitarla e che posso riassumere in "un'esperienza che ci permetterà di immergerci in una dimensione culturalmente molto diversa dalla nostra".
E quanti giorni a Tokyo ?
Visto che l'abbiamo inserita in un piccolo tour "giapponese" di appena 13 notti, che include anche Kyoto e Osaka, abbiamo deciso per un minimo sindacale di 6 notti in tutto (5 + 1 al rientro da Osaka) e vi posso già dire che non basteranno. La città è enorme, e le cose da fare sono infinite ma abbiamo cercato di selezionare, con difficoltà, quelle più imperdibili.
E l'organizzazione ?
Oltre alle tante agenzie di viaggio specializzate, sul web e sui social troverete tutte le informazioni possibili ed immaginabili per pianificare il tutto comodamente dal vostro divano. In ogni caso, io, allergico alle agenzie di viaggio, ho potuto organizzare tutto in perfetta autonomia.
Una volta scelte le date, si comincia ovviamente dal volo che, preso in buon anticipo con Lufthansa (via Booking.com), resta abbastanza accessibile.
Poi, dopo aver scelto un quartiere dove alloggiare (possibilmente vicino ad una stazione metro o ferroviaria) ed il tipo di sistemazione (hotel, ryokan, ecc.), avrete l'imbarazzo della scelta.
Per questioni logistiche, ho scelto un hotel 4* (via Hotels.com) nel quartiere di Shinjuku, a due passi dai collegamenti con metro e Japan Rail.
Fatto questo, sempre comodamente dal divano, ho acquistato su un sito ufficiale un Japan Rail Pass (trovato su Google), insieme ad una carta prepagata (Suica), per i trasporti valido anche sui treni "proiettile" Shinkansen. Sullo stesso sito ho prenotato un apparecchio per il Wi-Fi portatile.
Dopo 4 giorni ho ricevuto a casa le carte Suica pronte all'uso, i buoni Japan Rail Pass da cambiare direttamente in aeroporto presso un'agenzia dedicata.
Dopo di che, non vi resta che fare le valigie sapendo che, in questo caso, Lufthansa offre una franchigia bagagli molto comoda, ovvero 2 x 23 kg a testa più un trolley ed un accessorio in cabina. Nessuna scusa per evitare lo shopping.
Si parte !
Ed in perfetto orario e senza intoppi. Anzi, anche 15 minuti di anticipo.
Le 12 ore e mezza di volo passano in fretta... no, scherzo... è sembrato eterno, grazie anche al fatto degli unici due bambini iperattivi di tutto l'aereo piazzati proprio dietro di noi. Arriviamo accolti dal Monte Fuji perfettamente visibile dall'oblò.
Per arrivare in hotel, lasciare i bagagli e gironzolare un po' come degli zombie, passano almeno 3 orette buone tra controlli doganali, ritiro dell'apparecchietto per il wi-fi (indispensabile), e trasporti dall'aeroporto.
Parentesi : Vista la coda chilometrica allo sportello per ritirare il Japan Rail Pass , decidiamo di prenderlo in un'altra stazione meno trafficata.
La cosa è alquanto strana : il voucher ordinato via web impiega appena 2-3 giorni per arrivare a casa vostra. Poi arrivate a Tokyo e rischiate di fare 3 ore di coda per attivarlo e trasformarlo in pass. E questo non ve lo dice nessuno.
Forse questa lentezza è data dal fatto che gli impiegati controllano minuziosamente ogni lettera che compone il vostro nome e cognome.
Per gli altri trasporti abbiamo una carta ricaricabile che ci permette di accedere alle linee di metro non comprese nel JRP.
La prima vera difficoltà è quella di decifrare le cartine delle linee della metropolitana. Senza l'aiuto di qualche simpaticissimo giapponese che non ha esitato ad indirizzarci quando ci ha visto un po' spaesati, penso che avremmo passato la giornata nella metropolitana.
Invece in 45 minuti siamo in albergo, lasciamo le valigie in custodia e siamo "pronti" per scoprire Tokyo iniziando dal quartiere dove alloggiamo, Shinjuku.
Chiusa parentesi.
Giorno 1 > Shinjuku Ovest e Shinjuku Est
Cominciamo dalle cose più visibili del quartiere : la folla della stazione di Shinjuku, il Made Cocoon Tower ed il Tokyo Metropolitan Government dove si può accedere gratuitamente al 45° piano per godere di una vista a quasi 360° su Tokyo.
La zona Est ed Ovest di Shinjuku sono separate dall'enorme stazione ma anche da una vera differenza strutturale.
La zona Ovest assomiglia più ad una metropoli con grattacieli amministrativi. Quella Est si avvicina di più ad una zona di perdizione con bar, locali, bettole, negozi, insegne luminose in 3D che da sole meritano un viaggio, zona a luci rosse e statue di Godzilla e SuperMario. E gente strana !
E c'è sempre più folla in cui perdersi come degli zombie viste le ore di sonno in ritardo.
Recuperiamo (dopo un'ora di coda) i nostri Japan Rail Pass, ritroviamo i nostri bagagli lasciati in consegna all'hotel, prendiamo possesso della camera e ci avviciniamo all'ora di cena.
La cena è uno dei primi esercizi di immersione culturale. E non parlo solo del fatto di mangiare degli "spaghetti in brodo" con le bacchette (ridere) ma anche di convincersi ad assaggiare un Ramen, il cui galleggiano uova sode e carne di non so che, di un aspetto molto diverso dai nostri standard culinari.
E per questo abbiamo fatto quasi un'ora di coda (ordinatissima, ed è quello che ci ha convinti ad entrare in sottospecie di bettola tradizionale), abbiamo ordinato il tutto smanettando su un'apparecchio a pulsanti con le foto dei piatti (si paga contanti) ed abbiamo mangiato con coraggio sbrodolando brodo caldo.
Però ce la siamo cavata, superando il primo impatto visivo alla fine sono tutti ingredienti conosciuti anche se cucinati e presentati in maniera diametralmente opposta alla nostra. Ma d'altronde siamo quasi agli antipodi, no ?
Dopo cena, passeggiata digestiva tra Kaburicho, Yasukuni Dori e Golden Gai dove torneremo anche nei giorni successivi.
Siamo qui da neanche 12 ore e già ci sarebbe da scrivere un libro. Ma abbiamo bisogno di dormire e passare a domani.
Giorno 2 > Shinjuku, Haranjuku, Shibuya ed una goccia di Roppongi
A Tokyo, non importa se sei giapponese o turista, quando il sole si alza sai già che dovrai metterti ordinatamente in fila, camminare sempre dal lato giusto del marciapiede ed indovinare l'uscita giusta della metro.
Il sol levante è già alto alle 6 di mattina e ci aspetta una bella giornata che comincia dalla colazione, con vista dei pochi ciliegi in fiore rimasti, nello Starbucks del parco di Shinjuku Gyoen ed i suoi giardini giapponesi.
In seguito, a piedi, ci spostiamo ad Haranjuku, nelle vie trafficatissime di negozi (e di gente) di Takeshita, di Omotesando, nell'enorme santuario di Meiji, quindi finiamo nell'impressionante quartiere di Shibuya e nella sua via principale di Center Gai
Tutto molto impressionante, dalla gente in strada, dalla bellezza del tempio intriso di cultura e tradizione, fino al formicaio umano dell'incrocio di Shibuya, attraversato più volte solo per il piacere de sentirsi portato dalla folla che lo attraversa contemporaneamente in tutti i sensi possibili.
Pranziamo in un ristorante nei pressi della stazione (anche lì coda ordinata) e ricominciamo il nostro tour dove lo avevamo lasciato, cioè dall'incrocio di Shibuya.
Se togliessimo, tutti quelli che passano da lì solo perché è l'incrocio più trafficato al mondo (e per questo il più famoso) e per farsi un selfie, ci sarebbe la metà della gente. Ma sarebbe meno impressionante.
Non poteva mancare la statua di Hachiko, in ricordo della storia vera che ispirò il film omonimo con Richard Gere. Anche lì un formicaio di gente a rendere omaggio con immancabile selfie.
La serata si conclude a Roppongi, ma non come da programma.
In effetti, chiedendo delle informazioni ad una coppia del luogo e scambiando qualche parola con loro, alla fine ci siamo trovati seduti con loro a discutere per tutto il resto della serata.
Tanto, pare che Roppongi sia ideale solo per bere qualcosa la sera e noi abbiamo fatto proprio questo ma in buona compagnia. E siamo invitati a tornarci.
Stanchi, ma soddisfatti della bella giornata e della simpatica serata, riprendiamo la metro che ci riporta a Shinjuku.
Giorno 3 > Akiabara, Ueno e Asakusa
Da oggi districarsi nei labirinti delle stazioni metropolitane sarà la nostra sfida più grande. La metro di NY in confronto sembra un condominio. Fortunatamente Google Maps aiuta a capirci qualcosa ma, una volta varcata la soglia della metro, c'è sempre un po' di apprensione.
Arriviamo a Akiabara in circa 20 minuti di metro pulitissima, puntuale (vabbè, si sapeva...) e intrisa di gente vestita secondo degli standard molto precisi.
Tutti immersi nel loro smartphone, senza parlare (nessuno oserebbe alzare la voce o parlare al telefono come si usa fare da noi) e con lo sguardo esente da qualunque smorfia espressiva.
Nel quartiere troviamo anche il tempio di Kanda Myojin che sembra contrastare il carattere tecnologico di Akiabara.
Ci perdiamo tra l'infinità di negozi di elettronica dove si trova di tutto e di più, e Tax Free per giunta.
Gente strana, stavolta, gente strana ovunque. Ragazzi in giacca, mutande bianche, mocassini e calzino bianco. Ragazzine che sembrano uscite da un fumetto manga, come quelle del @Home Café nel quale passiamo un'ora di pura allucinazione comica.
Dolce e caffè serviti da eterne adolescenti che ci parlano come se avessimo 5 anni. Ridiamo fino alle lacrime.
Assolutamente da non perdere per avere un'idea della realtà giovanile di Tokyo che a parole non riesco a descrivere.
Ci asciughiamo le lacrime, ci riconnettiamo alla realtà e ci incamminiamo verso Ueno, infilandoci prima nel mercato di Ameyoko dove si trova di tutto ed anche da mangiare, a condizione di avere il coraggio di provare senza paura di stranezze.
Purtroppo la stagione dei Sakura (ciliegi in fiore) ci è sfuggita per soli 10 giorni (in anticipo, quest'anno) altrimenti il parco di Ueno sarebbe stato uno spettacolo.
Ci consoliamo con il tempio, il Kiyomizu Kannon-do e con una carrellata di ottimi sushi che noi umani aspettavamo da un pezzo.
Ne usciamo leggeri come delle piume in direzione di Asakusa dove, a livello di templi, si comincia a fare sul serio. Come il Senso-ji, pieno zeppo di gente e punteggiato da qualche giapponesina perfettamente vestita con gli abiti tradizionali per andare ad inchinarsi davanti al grande incensiere per chiedere l'auspicio di una buona salute.
Per arrivare al tempio si percorre una stradina ornata da ogni tipo di bancarelle, ma lo spettacolo del tempio e della sua pagoda, tutt'e due di un bel rosso di cui solo i giapponesi hanno il segreto, lascia dentro di sé un'emozione inspiegabile.
Detto questo, cambiamo completamente sfondo perché ci aspetta la Tokyo Sky Tree ed i 450 m di quota del suo salone panoramico con vista a 360° sulla Tokyo infinita. Indescrivibile la vista notturna della metropoli illuminata di mille luci colorate.
Finiamo la serata in un localino tranquillo, per una cena accompagnata da una birra giapponese che ci aiuta a riprendere le forze necessarie per tornare in albergo con circa 20 km percorsi, nonostante gli spostamenti in metro.
Giorno 4 > Arakurayama Sengen Park e TeamLab Planet
Oggi sole e caldo, giornata ideale per una gita "fuori porta". A parte il fatto che, a Tokyo, anche cambiare quartiere può essere considerato una gita fuori porta, ma questa volta andremo proprio fuori.
Treno delle 7:30 (senza la Pausini) dal labirinto della stazione di Shinjuku la cui uscita più vicina al nostro albergo dista, dai tornelli del treno della linea JR, "appena" 750 m.
Dopo un po' di ginnastica logistica per trovare dei posti in 1a classe, senza prenotazione, grazie all'aiuto del controllore (che a momenti si metteva in ginocchio quando gli abbiamo dato i nostri abbonamenti) abbiamo cominciato a scoprire la qualità delle ferrovie giapponesi.
Rido solo al pensiero del turista giapponese che, in Italia, vorrebbe andare da Trapani a Siracusa.
A proposito, dimenticavo : andare al bagno a Tokyo, in qualsiasi posto, ristorante, metro, treno, hotel, giardini pubblici e centri commerciali è un'esperienza traumatica per noi italiani.
Troverete sempre : pulizia, locali profumati, wc riscaldato con (scusatemi) spruzzino automatizzato per bidet con acqua calda, a volte anche col massaggio, musichetta stimolante per coprire i rumori ed ovviamente dell'ottima carta igienica.
Qui, quando vi mandano a cagare (un giapponese non lo farà mai), prendetela come un invito a cena.
Ed ancora a proposito, se qualcuno vi trova sperduti in mezzo alla stazione mentre cercate di decifrare le indicazioni, si ferma, vi chiede dove dovete andare e magari vi accompagna pure a destinazione (quando non vi invita a casa...).
Riprendiamo : dopo 1 ora e 40 minuti di trasporti, arriviamo in una stazioncina ferroviaria dove il tempo (quello conosciuto a Tokyo) sembra essersi fermato.
Fermato ad osservare il Fuji che dalla stazione di Shimoyoshida sembra quasi da accarezzare.
Una volta distolto lo sguardo dal Fuji ancora innevato, si paga un obolo per uscire dalla stazione (l'ultima porzione di treno non fa parte del JRP e senza prenotazione bisogna pagarla dopo) e poi mancano solo 400 scalini, più 30 minuti abbondanti di coda, per avere tutto il Giappone d'un colpo solo : il Fuji, la pagota rossa ed i ciliegi in fiore, che qui sono in ritardo rispetto a Tokyo, anche se quasi agli sgoccioli.
Il tempo che ci è concesso per goderci lo spettacolo da dietro la pagoda è limitato a 5 minuti che volano troppo in fretta ma che da soli valgono tutto il viaggio.
Dopo ciò, si percorre la strada in senso inverso e si torna a Tokyo per continuare con calma il programma della giornata.
Nel tardo pomeriggio abbiamo prenotato una visita al TeamLab Planet, una specie di mostra d'arte moderna "immersiva" in un mondo sorprendente di luci, specchi, acqua e colori.
Divertiti, ma anche stupiti, torniamo a Shibuya per vedere com'è l'incrocio in versione notturna. Risultato : la stessa quantità di gente che di giorno a farsi dei selfie mentre attraversa. Noi compresi...
Ci infiliamo nello Starbucks, dalla cui sala al 1° piano si può vedere dall'alto il formicaio di gente che attraversa l'incrocio secondo un algoritmo ancora sconosciuto. Gli incroci come questo sono gli unici posti dove è "permesso" rompere gli schemi ed andare un po' a casaccio facendo attenzione a non sbattere gli uni contro gli altri.
Poi riprendiamo la metro per Shinjuku e torniamo ancora una volta distrutti a letto.
Giorno 5 > Ginza, Tsukiji e Chiyoda park
Come da programma, bisogna anche prendere un pò di tempo per lo shopping. E per questo il quartiere di Ginza calza a pennello. Tutte le più grandi marche, di lusso e non, sono presenti.
Anche qui la gente si sposta in modo ordinato e rispettoso, dentro e fuori i negozi, come se tutti i flussi di circolazione fossero guidati da delle linee invisibili ed invalicabili. E che solo noi italiani abbiamo imparato a non rispettare.
No, scherzo, in realtà ci si abitua presto ed a volte è anche divertente.
Dicevo, le marche di lusso ci sono tutte e ci sarebbe tutto il necessario per vestirsi correttamente. Ed i giapponesi sembrano ignorare completamente ogni regola d'abbigliamento.
Spesso indossano dei capi ed degli accessori firmati ma, anche questi, mischiati da un algoritmo ancora da capire.
Un po' come per la cucina ; usano più o meno gli stessi ingredienti nostri, ma li mischiano e li cucinano a modo loro. Ed è giusto così.
Riprendendo il discorso "cucina", si fa ora di pranzo e decidiamo di entrare nel mercato di Tsukiji che non è più il mercato storico del pesce ma un quartiere di bancarelle e ristoranti.
Una di queste ci attira in modo particolare, anche per la fila (e l'odore) che c'è davanti. Vende spiedini di carne wagyu (a circa 250€ al kg) che si sciolgono letteralmente in bocca. Da accendere un mutuo e passarci la giornata.
Invece poi passiamo al sushi, sempre al mercato, in quei "ristoranti" dove te li fanno a vista e si mangia al bancone rivolti verso la cucina.
Pare che a Tokyo sia difficile trovare dei sushi che non siano buoni. Alcuni tipi sono simili a quelli mangiati dalle nostre parti mentre altri sono proprio sorprendenti, in tutti i sensi.
È l'ultimo giorno pieno a Tokyo (ci torneremo per mezza giornata dopo aver visitato Kyoto ed Osaka) ed ancora non siamo andati a trovare la famiglia imperiale. Provvediamo subito scarpinando fino al parco di Chiyoda, in mezzo al quale si erge la il palazzo imperiale.
E l'Imperatore si è talmente offeso del fatto che non siamo andati a trovarlo subito che ci ha fatto trovare chiuso (non so perché). Quindi, delusi, ce ne torniamo in hotel dopo aver visto il palazzo imperiale solo da lontano.
Chiudiamo, per ora, la nostra avventura a Tokyo passando la serata a Roppongi dove siamo invitati per un dolce + sakè dalla coppia incontrata per caso qualche giorno prima. Un'esperienza culturale piacevole che ci resta nel cuore.
Extra-day a Tokyo
Al ritorno da Kyoto, ci resta il tempo per una visita veloce ad Odaiba, situata su un'isola artificiale a 20 minuti di metro spettacolare dalla stazione di Shinagawa, dove si fermano i principali treni Shinkansen.
Ad Odaiba si trova tutto ciò che serve in termini di divertimento, inrtattenimento, cinema ed, ovviamente shopping.
C'è un bel lungomare con vista sulla skyline di Tokyo, una riproduzione in scala ridotta della statua della libertà ed il curioso robot Unicorn Gundam.
Questo per dare peso all'artificialità della zona che è Ideale per passare una mezza giornata, senza stress, alla fine del viaggio e per completare in bellezza la pratica dello shopping.
A malincuore per noi Tokyo finisce qui. Ci ha stupito, sorpreso, stressato (nelle sue stazioni ferroviarie) ma soprattutto impressionato.
Cinque giorni sono volati e se fosse da rifare (sicuramente) ne farei almeno tre in più. E forse non basterebbero neanche.
Mata au made (Arrivederci) !
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