KYOTO, HIROSHIMA & OSAKA 2023
万歳 Banzai !
Seconda tappa del nostro corto viaggio in Giappone (la prima è stata Tokyo), Kyoto rappresenta al meglio la cultura e le tradizioni giapponesi.
Ed è per questo che non poteva mancare all'appello durante questa prima esperienza nipponica.
Concluderemo l'esperienza anche con un breve passaggio a Hiroshima ed a Osaka.
Per quanti giorni ?
Come per la precedente tappa a Tokyo, anche qua 5 notti sono il minimo indispensabile, con la possibilità di permettersi un'escursione fuori città, grazie ai treni Shinkansen, a scelta in funzione del meteo o degli interessi personali.
Per Hiroshima, la inseriremo in una mezza giornata durante il nostro spostamento a Osaka dove passeremo appena 2 notti
Come ci si organizza ?
Dopo aver organizzato la permanenza a Tokyo, pianificare 5 notti a Kyoto e due ad Osaka mi è sembrato relativamente più semplice. Anche se pure qui ci sono tantissime cose da fare e rifare.
Tutto quello che è servito a Tokyo (Japan Rail Pass, Wi-Fi, ecc.) si utilizza anche a Kyoto ed ovunque in Giappone. La scelta dei quartiere si basa sugli stessi principi e le prenotazioni fatte sempre via internet (hotels.com) in perfetta autonomia.
Alla scoperta di Kyoto !
Partiamo dalla Tokyo Station, molto caratteristica per le sue facciate di mattoncini rossi, con un treno Shinkansen per il quale abbiamo prenotato i posti in "green class" il giorno prima presso uno degli uffici JR presenti in tutte le principali stazioni.
Avete presente com'è viaggiare in prima classe su Italo o Frecciarossa ?
Ecco, su una scala da 1 a 10, i nostri treni sono da 8 e lo Shinkansen Green Class non c'è perché non si abbassa a certi livelli di paragone. Basterebbero solo le toilette per batterli tutti.
E tralascio anche tutti gli argomenti sul servizio a bordo, la pulizia, il confort dei sedili e la puntualità. Non voglio farvi piangere.
Arriviamo a Kyoto nel primo pomeriggio, ed alloggiamo al Rihga Royal Hotel, pratico perché si trova a 5 minuti dalla stazione (ultra moderna, completa di centro commerciale e di ristoranti vari) ma senza infamia e senza lode.
Piccolo particolare sulle stazioni giapponesi : al contrario delle nostre stazioni europee non sono sinonimo di insicurezza e sporcizia. Anzi... che ve lo dico a fare ?
Però Kyoto non possiede la densa rete di trasporti (metro) di Tokyo. Ci si sposta prevalentemente in autobus oppure, più comodamente in taxi/Uber, e qualche volta in treno/metro.
Ed è in autobus che partiamo in avanscoperta serale di quella che, a mio modesto parere, è la zona più bella del quartiere di Higashiyama, cioè le vie di Sannenzaka e Ninenzaka che portano al tempio di Kiyomizu-dera.
Prima del tramonto il tempio è già chiuso e piano piano le vie si svuotano dei turisti. La zona diventa deserta ma, con le luci serali, è molto più suggestiva anche se è tutto chiuso.
In ogni caso, abbiamo previsto di tornarci nuovamente domani mattina e, sicuramente, sarà tutta un'altra storia. Quindi ci godiamo la pace e proseguiamo fino a Gion, quartiere delle Geishe sperando di trovare un posto dove mangiare, cosa che risulta più difficile che incontrare una Geisha.
Finiamo per trovare un piccolo ristorante "teppanyaki" di quelli in cui si mangia seduti davanti alla cucina oppure in piccole salette rivestite di tatami e, per questo, bisogna togliersi le scarpe.
Immaginate 5 persone che hanno scarpinato per 8 ore e che devono togliersi le sneakers per sedersi a tavola in una saletta da 4 metri quadrati ? Ecco, anche questa è un'esperienza che non dimenticherete facilmente.
Dopo aver assaggiato diverse specialità del menu, un bel minivan Uber da 6 posti ci riporta in camera. E sarà il tipo di trasporto che adotteremo più spesso a Kyoto.
Giorno 1 > Kiyomizu-dera, Gion e dintorni
Sveglia presto e partenza alle 8 in punto con Uber credendo di arrivare presto al tempio di Kiyomizu-dera per evitare la folla.
In effetti, la nostra idea non è stata per niente originale. Niente a che vedere con ieri sera, la folla invade rapidamente tutti i luoghi d'interesse.
Non solo turisti ma anche giapponesi in abiti tradizionali, gruppi di studenti in uniforme ed qualche geisha sfuggente che vengono a pregare al tempio ma senza poter trovare quei due minuti di tranquillità per potersi raccogliere in preghiera come si deve.
Sotto un cielo sempre "incolore", le vie lastricate molto tipiche di Sannenzaka e Ninenzaka si animano con tutti negozietti di souvenir, prodotti tipici, bar ed anche street food.
Il tempio di Kiyomizu-dera merita almeno un'ora di visita tra pagode, terrazze panoramiche e fonti dalle quali attingere acqua con un lungo mestolo per poi bere chiedendo lunga vita, oppure successo (credo di aver capito così)... ma attenzione a non chiedere tutto perché altrimenti si ottiene l'esatto contrario.
Beh, un bel dilemma... ma una cosa è sicura, c'era coda anche lì.
Ripercorriamo al contrario la zona di Ninnenzaka per andare verso Gion e Pontocho. La folla non dà tregua ma il bello è che le vie sono punteggiate da donne in kimono ed infradito tradizionali. Ma anche il templi non mancano.
Ho acceso incenso ovunque pregando per avere un cielo blu, ho pure provato il the matcha con una specie di dolce bianco/verde di un gusto alquanto strano ma che pareva bello da vedere. Niente da fare...
Quindi prendiamo due templi a caso, anche perché sarebbe un inutile suicidio quello di volerli vedere tutti.
Usciamo dagli schemi scegliendo il Ryozen-Kannon (buddista) per la sua statua della dea Kannon, impressionante per la sua statura, e chiudiamo la pratica odierna dei templi con quello shintoista di Yasaka.
Gion (forse più adatto allo shopping), ma soprattutto Pontocho si animano la sera dove, con prenotazione consigliata, si può cenare in piccoli ristorantini.
A Pontocho, le cui migliori caratteristiche si possono riassumere in due vicoletti affollati di sera, non tutti i ristoranti accettano clienti stranieri.
Perché ? Boh !
Non avendo prenotato e non avendo nessuna morfologia simile, anche da lontano, a quella asiatica, abbiamo rischiato la dieta forzata, prima di trovare qualcosa di soddisfacente.
Devo precisare che, a parte la carne di Kobe (venduta a peso d'oro ma che vale ampiamente la spesa) si mangia con una spesa più che ragionevole.
Poi, torniamo in hotel grazie a Uber attraversando le stradine di Gion dove è facile intravedere, dico intravedere, qualche geisha frettolosa.
Giorno 2 > Arashiyama e dintorni + Fushimi Inari
Al cielo incolore mi ci ero abituato ma oggi, per giunta piove.
Ad Arashiyama c'è una spettacolare foresta di bambù... immagino che con la pioggia assumerà un bel aspetto particolare e che il meteo scoraggerà la folla.
Delle due opzioni ho indovinato, ed era ovvio, solamente la prima.
Ma andiamo per ordine. Per arrivarci ci sono due opzioni : le linee di treni "normali" oppure un trenino monovagone panoramico di un bel colore viola, la Randen Line.
Ci facciamo tentare da quest'ultimo all'andata e lasciamo la linea normale per il ritorno.
Al capolinea della Randen, c'è una simpatica "kimono forest" cioè una serie di pali che simbolizzano dei bambù ma rivestiti dai colori tradizionali dei kimono.
Poi si cammina una decina di minuti, si passa davanti ad un tempio buddista, il Tenryu-ji, molto zen (da visitare in parte senza scarpe) dove potete prendere un bel respiro rilassante e trovare la calma interiore prima di fare a sportellate con gli ombrelli lungo i sentieri della Bamboo Forest.
Essendo già calmi per natura, non abbiamo perso molto tempo nel tempio e cosi siamo arrivati in tempo in mezzo al bambù per avere una piccola idea di com'è senza gente... ma l'idea è durata solo 2 minuti. Nonostante la pioggia a catinelle.
Se volete godervi qualche attimo di calma in mezzo al bambù potete optare per un risciò (Jinrikisha in giapponese) che godono di piccoli sentieri riservati.
Fortunatamente non tutti sanno che, dalla Bamboo Forest, si può continuare verso il tempio di Otagi-Nenbutsu, che dista circa 20 minuti a piedi, attraverso il bel villaggio molto ben conservato di Sagatorimoto.
Il tempio, con le sue centinaia di statuette rappresentanti i seguaci di Budda "immortalati" in tante diverse espressioni, merita la visita anche sotto la pioggia.
Ci sarebbe molto altro da vedere in zona ad Arashiyama, ma non sotto la pioggia... pazienza... Ripercorriamo la strada fino all'Arashiyama Park osservando i coraggiosi "uomini-forza" dei risciò e ci pigiamo come sardine nel treno di ritorno per Kyoto Station.
Cosa immancabile da fare, anche in caso di pioggia e senza stress per l'orario, visto che è accessibile 24/24, è il tempio di Fushimi Inari.
Certo col sole ed al mattino presto sarebbe molto diverso, ma confesso che la pioggia con le luci serali gli conferisce un'atmosfera magica mentre si passeggia attraversando le centinaia di "torii" rossi. E stavolta con flussi di gente molto ridotti.
Stanchi, umidi ed appagati dalla giornata intensa, non ci resta che trovare un posto dove mangiare, questa volta nei pressi della stazione e con vista sulla Kyoto Tower, sperando che per domani smetta di piovere.
Giorno 3 > Kinkaku-ji, Palazzo imperiale e giardini nazionali di Kyoto, Philosopher's Path e Sanjusangen-do
Ogni mattina, a Kyoto, un turista si alza e sa che dovrà scarpinare molto se vuole vedere tutto quello che c'è da vedere. Ci arrendiamo a l'evidenza del fatto che rimarremo frustrati nonostante la media dilettantistica di oltre 15 km di marcia al giorno. Senza Uber e senza bus sarebbe impossibile sopravvivere.
Da non perdere assolutamente il Kinkaku-Ji, detto padiglione d'oro, che è il primo della lista quotidiana. E che da solo vale la giornata per la sua bellezza e per i giardini che lo circondano. Per il padiglione d'argento, sarà per la prossima volta.
A saperlo prima, forse avrei evitato i giardini nazionali di Kyoto Gyoen e la visita al Palazzo imperiale. Soprattutto dopo lo splendore del Kinkaku-ji.
Troppo grande e dispersivo per l'emozione ricevuta in cambio.
La passeggiata del filosofo, la Philosopher's Path, invece merita l'ora buona passata a percorrere i sentieri ancora, anche se raramente, punteggiati di qualche ciliegio in fiore ritardatario.
Immaginatela in piena fioritura dei ciliegi, doveva essere uno spettacolo...
Altro spettacolo, emozionante, impressionante ma soprattutto vietato da fotografare, è la visita al tempio di Sanjusangen-do, nella zona di Higashiyama.
Mille statue in legno, a grandezza naturale, allineate in 10 file più, al centro, una enorme statua che raffigura la dea Kannon, dalle mille braccia destinate ad aiutare tutti.
Vi rimando su wikipedia per avere qualche foto che non renderà quello visto dal vivo ma che vi darà un'idea di quello che vi aspetta.
Per passare una serata diversa, per certi versi quasi da suicidio, potete scegliere, prenotando direttamente in hotel, uno spettacolo sulle tradizioni giapponesi.
C'è da dire che abbiamo scelto seguendo i consigli dell'addetta alla reception che non ha capito bene cosa volevamo in quanto parlava inglese peggio di Tarzan ed i volantini erano principalmente in giapponese. Però ci siamo arruolati lo stesso come dei kamikaze.
L'unica cosa chiara era il prezzo, troppo caro per 45 minuti di harakiri.
Ma almeno così abbiamo capito da dove vengono certe abitudini comportamentali dei giapponesi.
Confermo, lo spettacolo in se è molto triste rispetto ai nostri standard, ma se non prendete tutto alla lettera rischiate di scoppiare a ridere come dei matti. Ma manchereste di rispetto a quei poveri cristi sul palco, quindi, non ve lo consiglio proprio. Lo spettacolo, voglio dire, non le risate.
Vi consiglio invece una cena a base di carne Wagyu o Kobe, da cuocere direttamente sul grill installato al centro del tavolo. Per questo, forse, alla fine vi scapperà un applauso. La carne si scioglie in bocca ha un gusto veramente speciale e vale il prezzo oltre la norma degli altri piatti.
Giorno 4 > Parco di Nara
Per l'ultimo giorno a Kyoto, ci si sposta a Nara, che si trova a circa 30 minuti di treno da Kyoto (linea ferroviaria inclusa nel JRP) per una piccola avventura piuttosto ludica nel parco dove circolano liberamente un buon migliaio di cervi classificati come "monumento naturale".
I cervi, sacri, si lasciano avvicinare come fossero addomesticati. Comprate dei biscotti dai rivenditori nel parco e si avvicineranno subito a voi. Mostrate il biscotto, fate un inchino e vedrete che il cervo farà lo stesso verso di voi.
Poi dategli il biscotto, però... sennò capisce che lo prendete in giro e potrebbe incazzarsi e darvi un morso sacrosanto.
A Nara, di solito, basta una buona mezza giornata a meno che non vogliate farvi tutti i templi, di cui alcuni molto interessanti.
Noi abbiamo scelto di non "allargarci" troppo transitando unicamente dal più vicino al parco, il Todai-ji, per poi concludere con un giro per le vie di Nara prima di riprendere il treno per Kyoto.
Dopo Nara, un giro di shopping nella galleria commerciale della spettacolare stazione di Kyoto (con vista sulla Kyoto Tower) e passeggiata per cena nelle viuzze di Gion, sempre più deserte visto che dopo le 21 comincia ad essere difficile essere serviti.
E per Kyoto è tutto, consapevole del fatto che le parole e le immagini non bastano per descrivere una metropoli come questa. Più autentica di Tokyo ma non meno spettacolare.
Giorno 5 > Hiroshima e Osaka
Grazie al nostro Japan Rail Pass possiamo permetterci un extra trip di mezza giornata che consiste di allungare il tragitto fino ad Hiroshima per poi tornare verso Osaka nel primo pomeriggio.
Con lo Shinkansen, e per giunta in Green Class, spostarsi diventa un gioco da ragazzi. Da ragazzi un po' esperti, ma sempre da ragazzi.
Basta prenotare tutto il giorno prima, specificando gli orari previsti, e prevedere un po' di anticipo per evitare sorprese nel formicaio delle stazioni.
E niente stress per salire a bordo.
Scherzo, avrete si e no 2 minuti scarsi per imbarcarvi con tutti i bagagli ed insieme agli altri viaggiatori. Il treno sarà ripartito ancora prima che abbiate trovato i posti a sedere.
Arrivati ad Hiroshima, come in tutte le stazioni, troverete degli armadietti dove lasciare comodamente i bagagli per andare in giro tranquilli.
A pagamento, ovviamente, ed in base al volume desiderato. Si smanetta qualche secondo per il pagamento ma al secondo tentativo potrete seguire anche le istruzioni in giapponese talmente la cosa è intuitiva.
Dalla stazione di Hiroshima al sito del "memorial" si arriva tranquillamente in 10 minuti di metro.
Anche qui il cielo è incolore, come per incorniciare di tristezza quello che resta dell'orrore nucleare.
Mi viene da dire, soprattutto in questo periodo, che l'uomo è l'unico animale che non impara dai propri errori più gravi ed orribili. E che fa a gara per dimostrare che ha le capacità di ripeterli in modo sempre più grave.
Il resto è storia che potrete ripassare nel Museo della pace e nel Parco del monumento alla memoria di Hiroshima
Con un sentimento misto di rabbia ed angoscia, viste le notizie dal fronte di guerra attuale, ci avviamo verso la stazione, recuperiamo i bagagli lasciati in consegna e imbarchiamo sullo Shinkansen verso Osaka.
A fine vacanza avremo abbondantemente ammortizzato il Japan Rail Pass.
Arriviamo ad Shin-Osaka, ovvero la stazione dove arrivano gli Shinkansen per poi prendere una linea di metro fino all'impressionate stazione di Osaka e Osaka-Umeda.
Forse la più impressionante di tutte quelle viste finora in Giappone, come architettura e come servizi annessi.
Si trova di tutto : ristoranti, fast food, abbigliamento, elettronica, supermercati, hotel (dove alloggeremo per 2 notti al Hankyu Respire Osaka), Nintendo e Pokemon Store e persino i treni (...). Ed un mare di gente, che si intreccia da una coincidenza all'altra, dalla mattina alla sera, con un ordine tale da far paura. E con l'Umeda Sky Building a due passi.
Avendo a disposizione appena più di un giorno non potremo disperderci su tutti i punti d'interesse. Allora, di Osaka vivremo solo i punti più nevralgici evitando, per una volta, templi e castelli e privilegiando la vita serale e lo shopping.
Per la vita serale e soprattutto per lo street food, potendo così assaggiare di tutto passando da una bottega all'altra, non c'è via di scampo.
Con 10 minuti di metro da Osaka-Umeda, scendete a Namba e fiondatevi al Dotombori district.
Se avevate un'idea di cosa sia la follia, qui ne avrete la prova. Ci sono insegne luminose come se non ci fosse un domani e un incrocio sul quale tutti si soffermano a fotografare (non chiedetemi perché) un'icona pubblicitaria di un brand sportivo.
Oltre allo street food, non molto lontano troverete Shinsaibashi, la via dello shopping di lusso con tutte le grandi marche, ed una via parallela coperta con circa 1 km di negozi ed affini.
Incalcolabile il numero di persone al metro quadrato e, nonostante tutto, la pulizia è sorprendente. Senza contare la sensazione di sicurezza che si avverte dappertutto.
Osaka, per noi, finisce qui.
Ed a parte un'ultima notte a Tokyo prima di decollare verso casa, finisce anche questa bella, emozionante ed affascinante prima esperienza in Giappone. Ci aspetta un volo di 14 ore e mezza, il più lungo mai preso.
Ma ne è valsa la pena.
Arrivederci Giappone e Arigato Gozaimasu !
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