6a ed ultima tappa : Windhoek, la capitale e ritorno a casa
Abbiamo ancora dei resti di sabbia nelle scarpe quando cominciamo a chiudere quasi definitivamente le valigie.
Con le dune di Soussusvlei, scalate egregiamente ieri, abbiamo archiviato tutte le pratiche namibiane e completato gli obiettivi fissati per quest'avventura africana.
Tutto è andato per il verso giusto e senza il minimo incidente.
Adesso dobbiamo solo percorrere gli ultimi 350 km che ci separano dalla capitale Windhoek, gli ultimi sobbalzi sullo sterrato infinito che ci ha tenuto compagnia in queste due fantastiche settimane.
Quindi lasciamo, come al solito a malincuore, il nostro ultimo lodge appena dopo colazione e, con la macchina piena di ricordi ripercorriamo la strada verso Solitaire per poi biforcare definitivamente verso Windhoek.
Ovviamente, a Solitaire, con la scusa del rifornimento (e check della pressione degli pneumatici dopo l'escursione sabbiosissima di ieri) ci rifacciamo un'altra irresistibile Apple Pie. E questo era scontato.
Meno scontato il fatto che i sistemi di pagamento con carta di credito siano andati in tilt e che ci tocca pagare in contanti.
Il problema è che, considerato il fatto che siamo all'ultimo giorno di viaggio, di contante si e no ne abbiamo per fare al massimo 10 litri di gasolio.
Fortunatamente siamo sempre stati previdenti ed abbiamo sempre mantenuto un'autonomia di riserva di almeno 400 km. E meno male, tra Solitare e Windhoek, la nostra strada non prevede nessuna stazione di servizio.
Però prevede il valico del Spreetshoogte Pass, a circa 1'800 m di quota con un pendenza del 14% ed una vista panoramica sul Namib-Naukluft National Park. Ho scoperto dopo, su un sito web, che è catalogata come une delle più pericolose del paese... però è stata spettacolare da percorrere.
Ci godiamo questi ultimi scorci di Namibia e, dopo gli ultimi ed interminabili chilometri di sterrato sobbalzante arriviamo all'Hilton Windhoek, idealmente situato per fare una passeggiatina in un centro città che pare non offra niente di paragonabile a quello che abbiamo visto fino ad ora in Namibia.
L'hotel è di ottimo standing, pulito, silenzioso, moderno e con un personale molto disponibile ed accogliente.
E quindi, per dovere di cronaca, due passi li facciamo volentieri. E senza reflex.
In un'oretta la pratica dei principali monumenti e siti d'interesse è sbrigata.
E per cena, seguiamo il consiglio dei nostri amici incontrati a Onguma (per chi ha seguito l'episodio della seconda tappa) e ci facciamo scarrozzare in taxi al Joe's Beerhouse per un'ultima cena Namibiana.
Al ristorante, molto caratteristico, la scelta dello spiedino del Bushmen non si rivela la migliore, ma almeno partiremo potendo dire di aver assaggiato proprio di tutto.
E non sono sicuro di voler riassaggiare il coccodrillo... ma per chiudere l'avventura ci stava anche quello.
PS : Il tassista ci ha portato al ristorante ed è tornato a prenderci dopo cena... e, senza conoscerci, ha voluto essere pagato solo al ritorno. Da non credere.
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E con questo è tutto. Ci resta solo la chiusura bagagli, la riconsegna dell'auto ed il trasferimento in aeroporto.
Dopo una buona colazione, ci sdraiamo due orette al bordo della piscina dell'hotel visto che ci hanno consentito di lasciare la camera all'una anziché alle 11 di mattina.
Alle 14 anche la pratica della restituzione dell'auto è sbrigata. Nessun intoppo né complicazioni con l'agenzia di noleggio.
Alle 15 facciamo il check-in con largo anticipo.
E non siamo gli unici al piccolo aeroporto di Windhoek a avere gli occhi pieni di ricordi ed il cuore zeppo di emozioni.
La Namibia è stato uno di quei rari posti visitati dove abbiamo detto "WOW !"
Sinceramente... credo che ci torneremo.
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