HAWAII 2018 > Oha'u > 1a Tappa


ARRIVO A HONOLULU > 1° Giorno

ALOHA !

Questa volta non ci ferma neanche il vulcano, che al momento in cui scrivo è già bello ed attivo da oltre 2 mesi.

Ma questo viaggio lo aspettiamo da oltre un anno. Pronti ad andarci anche a nuoto. 
L'anno scorso, con le valigie già pronte, un problema molto serio mi ha costretto ad annullare tutto ad appena 48 ore dalla parternza. 

Il programma era denso, tutto studiato per bene. Ma dodici mesi dopo, l'abbiamo cambiato solo di qualche virgola. Dodici mesi dopo, con la capacità di relativizzare un pò meglio le scelte, abbiamo aggiunto qualche giorno in più, per prendercela più comoda, e cambiato la tappa di arrivo e di ritorno.

Questa volta ci imbarchiamo, in orario, su un volo Lufthansa con scalo a Monaco e destinazione intermedia a Los Angeles dove pernottiamo 2 notti per smaltire un po' di fuso orario. Perché alla fine ci accolleremo 12 ore di arretrati e quasi 20 ore di voli, scali esclusi.

Da Los Angeles, ripartiamo con Hawaiian Airlines, puntualissima e cortese. Basta salire a bordo che già si sente l'aria accogliente hawaiana. Musica, personale con camicie a fiori e la migliore presentazione delle istruzioni di sicurezza che io abbia mai visto. Tutto un programma !

Sei ore di volo ed eccoci in mezzo all'Oceano Pacifico. Arriviamo all'aeroporto di Honolulu alle 13 ora locale. Distanti da tutto, ma l'isola di Oha'u è tutto salvo che deserta. Grattacieli, negozi di lusso, palme e tutto quello che serve per una vacanza particolare. Le isole Hawaii raggruppano tutti gli elementi : aria (ovvio), terra (ovvio), acqua (anche potabile), fuoco (su Big Island), turisti giapponesi (no kamikaze), shopping (siamo in USA) e crema solare (qui si trova anche la protezione 100).

Per le 4 notti di permanenza abbiamo scelto un hotel a Waikiki Beach, Hyatt Place, con camera con balcone vista oceano ed ad appena 3 minuti dalla spiaggia più famosa di Honolulu. Posizione ottima per girare tutto a piedi, soprattutto per le uscite serali.

Doccia rinfrescante post viaggio, infradito, occhiali da sole e via in spiaggia. Senza aspettare. Anche perchè, ripeto, aspettiamo da oltre 12 mesi.

Non sembra neanche di essere ad oltre 4000 km dal continente... ma basta un'attimo per capire di essere in un'altra dimensione.

La spiaggi di Waikiki Beach é assolutamete da non perdere, sabbia finissima, surfers e turisti giapponesi. Honolulu è questo e ben altro.





Dopo aver fatto pace col mondo, preso un po' di sole, fatto un bagno nell'oceano e scambiato qualche parola con l'adetto al noleggio dei surf (che evito anche se la cosa sembra interressante da provare), torniamo in camera a cambiarci per poi andare a passeggiare sulla Kalakaua Avenue, l'equivalente della 5a Avenue di NY. 

E per oggi ci fermiamo qui, direi che come aperitivo può bastare.

PEARL HARBOR, MAKAHA BEACH, KAENA POINT > 2° Giorno

Ancora ALOHA !!!

Il fuso orario (-12) ci mette in condizione di far colazione alle sei e trenta in punto.

Ma per un fenomeno strano, passerà più di un'ora prima di mettersi in auto e partire all'esplorazione dell'isola di Oha'u cominciando dal sito storico di Pearl Harbor per poi percorrere tutta la costa sud-ovest dell'isola. Forse la parte meno bella, ma ci lasciamo il meglio per la fine.

Dicevo, Pearl Harbor, sito dell'attaco a sorpresa dell'aviazione giapponese che nel dicembre 1941 distrusse tutta una flotta americana e causò più di 2000 morti. E di questi morti, un migliaio sono ancora richiusi dentro l'USS Arizona che giace affondato, quasi come appoggiato sul fondale, a pochi metri di profondità e visibile dal "memorial", una sorta di mausoleo costruito a cavallo del relitto e da visitare in stretto silenzio religioso.

Purtroppo però, un problema strutturale alla passerella d'accesso impedisce, ormai da qualche mese, di accedere e ci dobbiamo accontentare di un giro in battello (lo stesso che ci avrebbe portato sul sito) intorno al sito. Questo dopo aver assistito disciplinatamente ad una proiezione che traccia tutte le fasi dell'attacco kamikaze.

Di quello che successe qualche anno dopo, ovviamente nessuna parola. Ma sappiamo tutti come andò a finire. E per ascoltare l'altra versione mi toccherà programmare un viaggio in Giappone. E ci sto !

Torniamo al sito. Ci limitiamo alla sola visita del memorial. Nessuna voglia di passare la giornata su un sottomarino o su un'incrociatore degli anni '70. E poi abbiamo altro da fare visto quello che riserva quest'isola.

La visita, gratuita ma ad accesso limitato (numero chiuso di visitatori), dura circa un'ora e mezza, contando anche la visita al sito ed ai due piccoli musei storici in relazione al sito.




Sbrigata la pratica storica, possiamo passare alla parte ricreativa.

Per le spiagge c'é l'imbarazzo della scelta. Bisogna solo sceglierne una fra le tante attrezzate, pulite e spesso poco frequentate se si esce da Waikiki. 

Scegliamo quella di Makaha Beach, sabbia finissima e poca gente. Sole che brucia già alle 10 del mattino e fortunatamente c'é qualche nuvola che ci protegge. Ci fermiamo qui un'oretta, il tempo di bagnarci e rinfrescarci con una Shaved Ice che per dovere di cronaca (e sete) assaggio senza troppe pretese. Ma non si può non venire alle Hawaii senza assaggiarne una (se non lo fate non vi perdete niente, ma se lo fate potrete raccontarlo).






Risaliti in macchina, andiamo ancora verso nord per un'escursione al Kaena Point Park. 
Da premettere che erano appena le 13 e 30, che c'erano 32° all'ombra (e non c'era ombra).

Se non fossi stato a Hawaii, con queste temperature, sarei rimasto al fresco almeno fino alle 6 del pomeriggio... ed invece qui scarpiniamo e non siamo neanche soli. 

Si costeggia una scogliera di lava che rende impossibile, ovvero pericoloso, l'accesso in mare. La voglia di fare il bagno ci sarebbe ma le onde ci spaccherebbero contro le rocce vulcaniche.

Per strada si incontra qualche foca sdraiata al sole e qualche altro pazzo come noi. Ma ne vale la pena. Si arriva finalmente al parco che è una zona protetta, frequentata da pazzi, pardon, da uccelli che sembrano miniature uscite da Jurassic Park... Tra l'altro, il sentiero permetterebbe di raggiungere la costa nord dell'isola. Ma noi ci fermiamo a metà. Proprio al punto dal quale è possibile vedere i due lati, nord e sud. 





Il sole sembra aver avuto la meglio, al ritorno, senza una goccia d'acqua al seguito, si tira dritti fino all'auto. Tutti in silenzio ed arrossati. Un gelato non ce lo toglie nessuno. E neanche la doccia. Fresca.

Per cena, sembriamo degli zombie per le vie di Waikiki, un bell'hamburger come solo in America sano fare e di corsa a nanna.

HANAUMA BAY, MAKAPU'U POINT LIGHTHOUS TRAIL, WAIMANALO, NU'UANU PALI > 3° Giorno

Se c'è una spiaggia da non mancare a Oah'u è quella di Hanauma Bay. Ad appena 20 minuti d'auto da Waikiki ed ovviamente tra le più affollate dell'isola. 

Per questo, ed essendo previdenti, ci siamo alzati alle 6 del mattino, fatto colazione alle 6 e 30 in punto, usciti dall'hotel alle 7 e 20 ed arrivati in zona più o meno alle 8...

E non c'era più posto al parcheggio. Ed il parcheggio più vicino l'abbiamo trovato ad un km di distanza. Quindi scarpinata sotto il sole, ma ne è valsa ampiamente la pena. 

Ingresso a pagamento, ed attribuzione di un'orario di ingresso. Si, perché bisogna prima guardare un video di 15 minuti che spiega come comportarsi in questa zona protetta (che è chiusa il martedì). Non dare da magiare ai pesci, non toccare i coralli, non toccare i pesci, (perché si potrebbe), non smuovere la sabbia, non usare crema solare, non lasciare sporcizia, ecc...

Poi arrivi giù e ti vendono la crema solare protezione "100" e ti affittano le pinne, che messe ai piedi di certa gente è come dare in mano una ruspa a Salvini.

Comunque, si entra in acqua, si nuota 2 metri e ci si trova faccia a faccia con una miriade di pesci colorati di tutte le taglie che sembra di essere dentro l'acquario di Genova. Con i giapponesi in omaggio.

Dimenticavo, se vedete gente che si fa il bagno con la maglietta a maniche lunghe, non ridete prima di aver provato. Qui il sole picchia anche quando ci sono le nuvole. 



Il tempo passa in fretta ed il programma prevede altre soste. Quindi scarpiniamo in senso opposto e ci rimettiamo in strada. 

Sulla parte est dell'isola ci sono diverse spiagge e diversi punti panoramici da non perdere. La costa è ovviamente di natura vulcanica e spettacolare da vedere. Ci soffermiamo qualche istante a Lanai Lookout, a Halona Cove (da non perdere il Blowhole) per poi proseguire sulla Kalaniana'Ole Hwy fino al Makapu'u Point. 




E siccome siamo ben sincronizzati, arriviamo a destinazione nel miglior momento della giornata per fare una scarpinata in salita di circa 45 minuti (solo andata). Ovviamente sono le 12 e 40. A quest'ora non uscirebbe neanche una lucertola. Invece noi ci incamminiamo verso il Makapu'u Lookout. Almeno questa volta abbiamo una scorta d'acqua. Calda, ma sempre acqua. Il paesaggio é splendido, in 180° si passa dal mare alle montagne che ricordano Jurassic Park (l'ho gia detto ?). Anche qui la fatica é stata ripagata.



Non sono neanche le 3 del pomeriggio che riprendiamo il percorso previsto con una breve sosta a Makapi'u beach prima di infilarci nell'entroterra jurassico (si fa per dire) per l'ultimo punto d'interesse della giornata, cioé il Nu‘uanu Pali Lookout, altro bel punto panoramico ma, questa volta, facile d'accesso. 
La temperatura però é completamente diversa. Tira vento e sembra quasi fresco umido. Si vede buona parte dell'isola anche se c'é molta umidità nell'aria. Le foto non rendono la bellezza del posto.




In serata, l'ormai solito giretto a Waikiki Beach, piena di gente. Honolulu è una metropoli sperduta nell'Oceano Pacifico. 
Domani North Shore. Aloha.

NORTH SHORE > 4° Giorno

Ormai siamo puntuali ogni mattina alle 6 e 30 per la colazione. Ci aspetta un giro al nord dell'isola, che pare sia un'altro mondo. Ci sono tante di quelle cose da vedere che scrivere su tutto quello che vedo diventerebbe quasi un lavoro. Ed in realtà, abbiamo una tabella di marcia, in questi giorni, degna di un candidato al governo. Solo che noi almeno teniamo tutte le promesse sul programma en non ci mettiamo 2 mesi per trovare un accordo su quello che dobbiamo fare... 

Dicevo, colazione all'aperto, anche perché in hotel non c'é una sala al coperto... mi chiedo come fanno quando piove. 
Piove ? E quando ? Si, forse sulle alture che sono spesso circondate da nuvole basse alle quali ormai ci siamo abituati. 

E meno male che ci sono queste nuvole. Una giornata sotto il cielo blu sarebbe un suicidio. Infatti qui la crema solare che vendono ha degli indici di protezione talmente alti che potresti usarla su Marte.

La prima tappa di oggi prevede una sosta al tempio buddista di Byodo, nella pace più assoluta. E con una cornice di montagne vulcaniche verdi da far venire voglia di prendere residenza qui (no, quella mi era già venuta da un pezzo...)

Avendo, come detto, molto da fare e poco tempo per scrivere, vi rimando sul link per i dettagli. C'é chi fare meglio di me per descrivere questa replica in scala ridotta dell'originale che si trova in Giappone e che commemora l'arrivo dei primi giapponesi à Hawaii. E se parliamo di arrivo dei giapponesi, dei templi così bisognerebbe farne uno ad ogni angolo del mondo...


Sono appena le 9 e 30 ed il sole già scotta. Per le spiagge c'è, anche da questa parte, l'imbarazzo della scelta. E rispetto ad altri paesi che abbiamo visitato qualche anno fa, il panorama è splendido sia fronte mare che con le spalle al mare.

Spiaggie deserte da fare paura. 

E dimenticavo, qualche homeless che fa da decoro. Ma qui, come altrove in USA, sembra proprio un problema che Donald dovrebbe risolvere al più presto. Ma questa povera gente non dà nessun fastidio, chiede solo un piccolo aiuto per sopravvivere. Trovarli qui, in mezzo al nulla, dà la nozione del problema globale.



Da non perdere, la spiaggia del resort "Turtle Cove" dove si può nuotare e vedere tanti pesci colorati. Di tartarughe neanche l'ombra. Solo il nome della spiaggia.

Il sole scotta a tratti e dopo esserci asciugati in tempo zero, seguiamo le indicazion per LA spiaggia delle tartarughe.


Ma prima una sosta a Sunset Beach per un altro bagno in un acqua turchese (lo dico solo per dovere di cronaca) su una spiaggia dove sarebbe bello rimanere fino al tramonto. 

Ma noi abbiamo da fare. Anche perché mia figlia vuole andare non so dove a mangiare non so cosa...



Le tartarughe devono ancora aspettare. Prima sosta obbligata Shark Cove. Dove in un metro d'acqua scarsa vi trovate letteralmente circondati da pesci colorati. Sola difficoltà, se non avete delle scarpette adatte (che io non avevo ovviamente) è entrare in acqua senza rischiare di farsi male seriamente.


Ed eccoci qui ! La spiaggia delle tartarughe è impossibile non vederla. Basta cercare l'ingorgo sull'unica strada che costeggia il mare vicino a Laniakea Beach. Le onde spingono le tartarughe sulla battigia, ed alcune si fermano sulla spiaggia. E veramente facile vederle da vicino.



E per chiudere la giornata, ultima sosta prima di fare la strada di ritorno a casa, pardon all'hotel al quale ormai ci siamo abituati. 

La cittadina di Haleiwa, e cittadina è già un gran nome, caratterizzata da qualche negozio di attrezzatura di surf. Ma non é quello che ci interessa. Mia figlia trova il suo paradiso di cibo "heathly"...  

Quindi merenda al Haleiwa Bowl's (perdonatemi, ma ne vale la pena), piccola baracchetta tenuta da due ragazze che hanno più followers di CR7. Buono e soprattutto naturale.


Non so se l'animale qui sotto è di questo colore perché si ciba come sopra o se è una specie propria dell'isola direttamente sopravvissuta all'estinzione dei dinosauri.


La tavola da surf la comprerei pure, ma non mi entra in valigia. E poi stona con le mie 6 paia di sci che hanno il solo difetto di non essere così colorati.




E parlando di colore, ed anche perché ce l'hanno offerta, una Shaved Ice di cui, secondo me, la lucertola di prima andra ghiotta. Come tutti gli abitanti dell'isola e turisti che fanno la fila da Matsumoto che pare faccia le migliori al mondo.

Io però, sono nato e cresciuto al paese delle granite... non ce la posso fare. Ne mangio/bevo metà solo perché il caldo mi obbliga. Il resto va in fondo al cestino a nutrire qualche altro animale variopinto.


E dopo questo ci starebbe la visita alla piantagione di ananas della DOLE, sapete quelli che vendono ovunque anche in scatola ? Ecco, qui sono più buoni. Ma non ce la facciamo a fare un'altra sosta. Siamo cotti dal sole, dalle shaved ice ed abbiamo ancora un'ora di strada.

E bisogna anche chiudere le valigie, perché da domani si cambia isola.

Per cena, questa volta, scegliamo uno dei tanti Food Truck presenti in centro. se ne trovano ovunque sull'isola e spesso sono un ottimo compromesso per mangiare qualcosa velocemente, soprattutto in giornata passando da una spiaggia all'altra. 

DIAMOND HEAD > 5° Giorno

Valigie chiuse e volo previsto alle 13. Anche oggi siamo mattinieri. 

Prima di andare in aeroporto, ci aspetta un piccolo trail per dare un'occhiata dall'alto a Honolulu e la spiaggia di Waikiki. Ma la vista sulla città bisogna meritarsela. Sono appena le 8 ed il sole già brucia. 

Il sito di Diamond Head è ad appena 10 minuti d'auto da Waikiki. Per entrarci si attraversa un piccolo tunnel scavato nel fianco del cratere (dimenticavo, è un vulcano spento), si paga una piccola tassa d'ingresso e si posteggia proprio nel fondo del cratere.

Da lì, si guarda su e si sale per un sentiero senza rischi che finisce sotto una rampa da un centinaio di scalini. Tempo di percorrenza dai 20 ai 45 minuti per la salita. Dipende da quello che avete ingurgitato a colazione. La discesa ovviamente é più veloce.

Il posto è molto frequentato. D'altronde, Honolulu è la meno selvaggia delle isole, quindi è normale trovare folla nei siti più significativi.

In alto, si arriva in quella che era una postazione militare con vista a 360° sull'isola e sull'oceano. 




E con questa abbiamo chiuso la nostra prima tappa alle Hawaii. Carichiamo i bagagli in auto ed arriviamo puntuali in aeroporto. Un volo di Hawaiian Airlines di neanche un'ora ci porterà a Big Island.

Aloha 

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