Lasciato a malincuore, ma pienamente soddisfatti, questo "cerchio" di paradiso, non ci resta che tirare un'altra riga fino a Tulum. Si cambia regione e fuso orario. Quintana Roo, più festivo e balneare. Vedremo domani cosa ci riserva.
Dal quinto al settimo giorno : Tulum
Effettivamente cambiando regione si cambia anche atmosfera. Siamo vicini al mare e si sente. Si respira un'aria diversa e qui ti fanno pagare pure quella.
Ho l'impressione che qui è tutto un pretesto per far soldi, solo che i soldi sono i tuoi. Anche i posteggi gratuiti sono a pagamento. Oddio, i posteggiatori abusivi in Italia li conosciamo già... ma non a 5€ a colpo.
Ed è anche molto raro che i prezzi dei drink siano esposti, senza contare la mancia "automatica" che si aggiungono.
Però ogni tanto fortunatamente arriva qualche nota positiva. E poi, se siamo arrivati fino a qua non è per farci scrupoli per qualche migliaio di pesos in più o in meno. Ma ci tenevo a dirlo... quindi "tutto il mondo è paese".
A Tulum alloggiamo in bel appartamento dotato di ogni confort, in un condominio / residence trovato su Airbnb. Uno di quei complessi con accesso privato, piscina privata sul tetto, concierge a disposizione, palestra, ristorante, ecc.
Ce ne sono tanti, qui, di questi residence, e tanti altri sono in costruzione. Un ottimo compromesso se volete evitare i più costosi resort "all inclusive" (anche se ho pagato di tutto, alla fine ho speso sempre meno...) con molto meno tranquillità.
Cominciamo la nostra parte balneare dalla spiaggia pubblica. In realtà, la spiaggia è veramente pubblica ma ci sono diversi lidi attrezzati dove basta consumare qualche drink per avere diritto al lettino "GRA-TIS".
Altra sorpresa, le alghe... dopo un giorno di mare agitato, la battigia si ritrova ricoperta di alghe che dei poveri cristi spalano, lentamente, tutto il giorno sotto un sole cocente.
Effetto dei cambiamenti climatici ? Boh ?
Comunque, venendo al sodo i nostri primi due giorni a Tulum si sono riassunti così : lettino doppio con materasso all'ombra delle palme, escursione in barca, nuotata con le manta Ray, selfie con le tartarughe, fiesta con gli iguana, visita alle rovine Maya (le uniche sul mare), passeggiata serale in centro o a Tulum Beach con contorno di margaritas, cerveza, tacos, nachos e guacamole a gogò.
Per il terzo giorno, gita mattutina alla playa di Akumal, che in lingua maya significa "luogo delle tartarughe", dove si può nuotare con quest'ultime ed anche con qualche manta. Il tutto, ovviamente, pagando.
Qui si paga anche l'accesso alla spiaggia, la sdraio, l'ombrellone, la gita in barca ed anche per nuotare oltre le boe che delimitano l'accesso al reef.
Ma siccome ieri a Tulum le tartarughe e le mante avevo smesso di contarle, non mi andava di pagare nuovamente per trovarmi in mezzo ad un esercito di giubotti di salvataggio che sbattono le pinne in tutti i sensi non appena vedono un'acciuga.
Allora, visto che gli unici a non rispettare i confini sono gli animali, basta spostarsi di 300 metri dalla zona segnalata, per ritrovarsi in tre sopra un reef, certo più piccolo di quello a pagamento, ma dove si nuota ugualmente (e facilmente) naso a naso con le tartarughe, con le mante e ben altro ancora.
Mancano gli iguana, ma al loro posto si trova una "ciurma" di pellicani.
Fortunatamente c'è anche un'Akumal più autentica, più colorata dove si mangia abbondantemente per 10€ a testa insieme alla popolazione locale.
Ceviche mixto, pescado frito, cervesa serviti col sorriso da "El Chucky". Colori locali garantiti.
Pancia riempita anche da un mango speziato, di cui non immaginavo neanche l'esistenza e linea dritta fino per l'ultima dose di guacamole e margarita qui a Tulum.
Domani Playa del Carmen da scoprire.
Dall’ottavo al decimo giorno : Playa del Carmen
La solita retta via ci congiunge, questa volta, con Playa de Carmen dove alloggeremo all’Antara Hotel & Residence, trovato su Hotels.com, ed in pieno centro con parking gratuito.
La Quinta Avenida, niente a che vedere con la Quinta di NY, si trova 50 metri ed è lì che si trova e troverà tutta la movida cittadina.
La spiaggia pubblica si trova ad appena due isolati di distanza. Ma non è il massimo… le alghe hanno formato una barriera scoraggiante e bisognerebbe spostarsi a Playacar per sperar di trovare meglio.
Per il momento ci accontentiamo del centro che è diverso sia da Valladolid che da Tulum. Ci sono i negozi di buona parte delle grandi marche internazionali insieme ad una miriade di negozi di souvenir, di ristoranti e di baracchini che cercano di venderti tutta sorta di escursioni.
Come quella che abbiamo previsto per domani sull’isola di Cozumel (20 min di ferry dal centro).
Per il pranzo, solita bottega nel mercato popolare. Comincia seriamente a mancarmi la pasta… anche se il cibo non è malvagio.
Mangiamo abbondantemente e niente male con meno di 20€ in quattro.
Aspettando domani per la playa, ci accontentiamo della piscina dell’hotel, di una lunga passeggiata sulla Quinta Avenida con tanto di movida serale.
Una cosa è chiara : confermo la diversità totale con Tulum e Valladolid.
Il folklore del pomeriggio lascia piano piano il posto alla movida scatenata.
Troviamo un ristorante italiano che fa una pasta potabile e poi anche noi giù di margarita e di musica a palla.
Ultimo giorno "pieno" di vacanza.
Sveglia alle 6:30 perché abbiamo previsto di imbarcarci per l'isola di Cozumel che dista circa 30 minuti di traghetto dal centro di Playa del Carmen.
Biglietti comprati la sera prima al terminal e Jeep Wrangler noleggiata a 75€ per 12 ore. Questo perché il giro dell'isola fa, ad occhio e croce 60 km e la vedo male di farlo in trasporti collettivi.
C'è da dire che, tra la foto della Jeep che ci ha proposto l'agenzia "FUN" e la realtà c'è, pero', un mondo di differenza.
Infatti, quella che ci hanno dato, come minimo, era stata immatricolata all'epoca dei Maya e l'unica cosa in ordine che aveva era... niente... non aveva niente in ordine. Forse solo il colore.
Quindi, se dovere noleggiare un auto a Cozumel (o su un'altra isola) fatelo tramite Rentalcars.com. Sennò vuol dire che vi piace l'avventura e la guida molto "vintage".


Vabbè, lasciamo perdere... Cozumel ha una grande piazza, delle viuzze perpendicolari ed una strada che gira intorno a mezza isola per poi collegare diametralmente le due coste. Da una parte, quella opposta al porticciolo, ci sarebbero le spiagge caraibiche. Dall'altra il reef dove fare snorkeling.
Dico ci sarebbero perché il mare era talmente agitato dal vento con contorno di alghe, che abbiamo concentrato la nostra giornata sul reef, in due lidi diversi.
La formula "sdraio ed ombrellone gratis se consumi al bar" funziona a meraviglia. Doccia e servizi completi. Anche corsi di snorkeling per sfigati.
Acqua cristallina, pesci colorati e non, ma niente tartarughe per questa volta.
Scottatura garantita.
Torniamo in camera leggermente spaesati e col rumore del motore della Jeep ancora nelle orecchie per un'altra passeggiata sullo strip di Playa del Carmen che risente del fatto che sia lunedì.
E per il Mexico è tutto. Domani si chiudono le valigie e si torna a casa.
Ci aspettano 17 ore di viaggio ed un fuso orario al contrario da smaltire.
Diamo un ultimo sguardo alla spiaggia di Cancun... il mare è ancora agitato e ci toglie la soddisfazione di fare un'altra foto "da cartolina".
Vuol dire che bisognerà tornarci... anche perché, devo dire che la penisola dello Yucatan, per quel poco che abbiamo potuto vedere, ci ha sorpreso positivamente. Senza dubbio, la metteremo della lunga lista dei viaggi "da rifare".
L'ultimo saluto all'iguana di turno, l'ultima mancia al posteggiatore, check-in ed ultima margarita al lounge dell'aeroporto.
Adios Amigos. Hasta siempre !
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