LA "PURA VIDA" IN COSTA RICA - 2025
¡Estamos listos !
Si parte per un giretto di una dozzina di giorni in Costa Rica (la cui organizzazione è brevemente descritta QUI).
Un viaggio presente da tempo nella lunga bucket list e che ci spinge un po' più a sud nell'America latina.
Volevamo farlo già qualche anno fa ma, complice il Covid ed altri motivi, l'avevamo messo da parte senza, però, dimenticarlo.
Le valigie non sono ancora chiuse che l'avventura comincia con una bella sorpresa. Al momento del check-in online, non so grazie a quale santo, mi viene proposto un upgrade ad un prezzo stracciato in business class sulla tratta Madrid - San José
Dopo essermi aggiustato più volte gli occhiali per essere sicuro di aver visto bene, ringrazio Iberia, accetto l'offerta e... vado in business. In più su un A350 che puzza ancora di nuovo e per un volo di circa 11 ore.
Ogni tanto un pò di Cxlo non guasta ;-)
E non finisce qua... ovviamente questo apre la strada ad una serie di servizi annessi come la franchigia bagagli maggiorata, l'accesso al salone Iberia VIP (a Madrid), l'imbarco prioritario e tanto altro.
L'importante è non abituarsi a questo livello di confort sennò, per i prossimi viaggi, saranno guai !
Ma passiamo al racconto di viaggio, come al solito scritto senza troppi pensieri e senza sentirmi né Wikipedia, né National Geographic, ma solo per tenere una breve traccia del viaggio.
PRIMO GIORNO
Arrivo a San José
Interamente dedicato al viaggio. Alzataccia alle 3 del mattino, decollo puntuale alle 6 verso Madrid, dove facciamo scalo godendoci circa tre ore di relax al Vélasquez Premium Lounge.
Poi, ci imbarchiamo in perfetto orario astenendoci (perché non sarebbe eticamente giusto) dal salutare la folla a mo' di Regina Elisabetta, e prendiamo posto a bordo, in due comodissime poltrone letto, che non ci sembra ancora vero...
Ed è la prima volta che, dopo un volo di 11 ore, arriviamo a destinazione freschi, riposati e ben nutriti. Come a casa.
Una volta atterrati, tra controlli doganali e ritiro bagagli passa circa un'oretta.
L'addetto del noleggio auto (dell'agenzia JumboCar trovata via Rentalcars) ci aspetta all'uscita dell'aeroporto.
Altri 30 minuti e siamo in hotel. Non essendoci nulla da fare, visto che passeremo la prima notte in zona aeroporto, e considerando che ci hanno ben nutriti a bordo, facciamo una bella doccia e chiudiamo così la giornata.
Per la Pura Vida aspetteremo domani.
SECONDO GIORNO
Da San José a La Fortuna / Arenal
¡Hola!
Il jet lag ci fa aprire gli occhi alle 2:47 ora locale (-7 rispetto all'Italia) e la colazione è alle 5:50...
Almeno abbiamo il tempo di prepararci a percorrere le 2 ore e mezza circa di strada verso la zona del Vulcano Arenal.
Parlo in ore e non in km perche qui si guida con molta pazienza. Le distanze non sono enormi ma le strade un po' sinuose, ed a una sola corsia, non permettono di strafare. Raggiungere i 60 km/h è già un lusso.
Già alle 6 siamo in macchina, fuori c'è il sole e la strade del centro sono già piene di traffico... Parentesi : le scuole sono già animate dalle 6:30 ed i bambini ci vanno sorridendo... a piedi...
Visto l'anticipo sulla tabella di marcia, inseriamo nel programma una tappa al parco del Vulcano Poàs ; un vulcano attivo il cui cratere può essere comodamente raggiunto in 5 minuti a piedi dal parking e che dista 1h di curve dall'aeroporto (una 30ina di km)
Arriviamo in largo anticipo (nel frattempo abbiamo prenotato l'ingresso on line a 15$ a testa) ed intanto ci copriamo bene che in quota (2400m circa) ci sono appena 12 ventosissimi gradi al sole.
Sole che non dura e, quando il parco apre, comincia pure a piovigginare sotto una fitta nebbia.
Ci accolgono fornendoci un casco da cantiere, ci fanno accomodare in una sala per darci delle informazioni sulla pericolosità del vulcano attivo con l'ausilio di un breve video che ci spiega, stringi stringi, che al massimo si può rimanere 20 min a guardare il cratere per via delle esalazioni vulcaniche.
Ed è l'unica immagine del vulcano che abbiamo visto. Ci mandano ugualmente all'osservatorio, sotto la solita pioggerellina, per vedere... un semplice nulla !
Sentendoci, com'è ovvio, un po' presi in giro, giriamo le spalle al vulcano (non sapendo neanche dov'era) e facciamo le 2 ore e mezza di strada verso il parco del Vulcano Arenal, dove rimarremo per due notti sperando in um meteo più clemente.
Scendiamo di quota e troviamo il sole, ma il vulcano Poàs è sempre nascosto dietro una spessa coltre di nuvole localizzate.
Nessun rimpianto, andiamo avanti per una strada "movimentata" in mezzo ad un verde intenso e con qualche sorpresa inaspettata.
Passiamo qualche minuto in compagnia di questi teneri procioni e riprendiamo la via.
Arriviamo a destinazione al nostro Lost Iguana Resort immerso nel verde con vista sul vulcano Arenal. Ci accontentiamo del sole misto nuvole che ci accoglie e organizziamo subito un'escursione di due orette in mezzo alla foresta tra ponti sospesi e scimmie che urlano.
Le scimmie si nascondono molto bene nella fitta vegetazione, ma si fanno sentire. Ne vediamo solo una da lontano ma, per il resto, ondeggiare sui ponti in mezzo al verde vale il prezzo del biglietto (35$ a testa).
Alla fine del giretto, senza aver sofferto troppo dell'umidità, ci accontentiamo di una vista parziale sul vulcano. Ed è già tanto che non piove.
Sperando che domani faccia un tempo migliore (non c'è speranza), ma accontentandoci dei 28° odierni, andiamo a passeggiare a La Fortuna, centro nevralgico della zona.
Per girarlo a piedi bastano 30 minuti, non c'è folla ma la gente pare subito accogliente.
Qualche negozio di souvenir, di frutta, una piazza verdeggiante, molta pulizia, dei ristoranti "normali" ed anche qualche "soda", cioè una sorta di piccoli ristoranti tipici alla "buona".
Scegliamo senza rimpianto alcuno, Soda Mima, un po' nascosto e poco frequentato vista l'ora... Sinceramente, se non fosse stato per le quasi 5 stelle Tripadvisor, non l'avremmo neanche considerato.
Siamo dubitativi ma abbiamo fame e voglia di originalità. Qui fa buio pesto già alle 6 di sera, quindi decidiamo di sfidare la suerte...
Ci accoglie Alvaro, muy simpatico, prendiamo un'ottimo pollo con arroz y verduras, un bel ananas locale gustosissimo e ci rifacciamo la mezz'ora di strada che ci separa dal lodge in una notte ripiena di buio da tagliare col coltello. Sono appena le 7 di sera ed i fari del nostro SUV non bastano.
Complice il fuso orario, alle 8 di sera siamo già cotti.
Pura Vida
TERZO GIORNO
La Fortuna / Arenal
Cinco de la mañana...
La pioggia canta stonata sbattendo sopra le foglie della foresta che ci circonda.
Prendo una vena poetica per non imprecare perché sembra non voler smettere. Ed invece si... in 10 minuti passiamo dal diluvio al sole.
Ma non durerà molto, quindi adattiamo il programma ed anche oggi ci rassegniamo al fatto che non faremo foto da cartolina.
Però optiamo per un parco naturale, a caccia di bradipi e tucani, che si rivela un'ottima scelta.
Su consiglio di Alvaro (di ieri sera), ci rechiamo al "Sentiero Bogarin", a La Fortuna, sperando di poter vedere buona parte degli animali tipici costaricani.
Se non avessimo preso una guida, invece, non avremmo visto assolutamente niente. Nulla. E magari ci saremmo pure persi nel parco.
Non ho capito come la guida facesse a scovare qualsiasi forma di vita, anche minuscola, ma, fatto sta, che in due ore non ci siamo per niente annoiati. E non ha neanche piovuto.
Facciamo in tempo a finire la nostra escursione, a gustarci una porzione di ananas locale, a fare una passeggiata in cerca di souvenirs, che ricomincia a piovere. E questa volta non smetterà fino all'ora di cena.
Pazienza, non possiamo farci niente, quindi riposo forzato aspettando l'ora di cena. Ma sempre Pura Vida !
QUARTO GIORNO
Da La Fortuna a Monteverde
In Costa Rica, nella zona centrale di Puntarenas, dicono che ci sono 2 stagioni : una in cui piove ed un'altra in cui piove di più.
Siamo comunque fortunati ad essere qui nel periodo in cui piove e basta. E lo ha fatto da ieri pomeriggio, poi per tutta la notte e fino alle 6 del mattino.
Pare anche che non si riesca mai a vedere il vulcano Arenal per intero perché è sempre avvolto dalle nuvole da metà in su.
Anche rassegnati all'idea di vedere il vulcano solamente "a metà", lasciando il nostro resort per andare a Monteverde, vista l'assenza di pioggia, decidiamo di fare una corta escursione nel parco anche se per percorrere unicamente il sentiero carrozzabile che raggiunge un mirador da cui si dovrebbe godere di una bella vista sul vulcano.
Siamo rimasti comodamente seduti più di un'ora di fronte ad un tronco di cono ricoperto di un ammasso di nuvole.
Ma la fortuna ci ha premiato : per soli 2 minuti scarsi, l'Arenal ha smesso di giocare a nascondino e si è fatto beccare per intero. Giusto il tempo di fare una foto.
Dopodiché è spartito nuovamente senza dare scampo.
Quindi lasciamo il sito e ci incamminiamo verso Monteverde. Il GPS indica tre ore di strada per soli 100 km ed ha pienamente ragione.
Curve, strettoie, buche, sterrato, sassi, salite, discese et ancora buche e sassi. Superare è impossibile, come è anche impossibile di tenere una media superiore ai 30km/h.
Ma almeno non ci si annoia a guidare in mezzo al verde intenso.
Alloggiamo al Monteverde Lodge, in mezzo al verde intenso ma ad appena 3 minuti di passeggiata dal centro di Monteverde che si riassume a due stradine di un centinaio di metri con diversi negozi di souvenir, bar e ristoranti.
Senza infamia e senza lodo (il villaggio, ovviamente), ma abbastanza pratico per trovare un po' di tutto.
Non facciamo in tempo a posare i bagagli in camera che abbiamo già prenotato 3 attività : una notturna subito (ricordo qui fa buio già alle 6 di sera) e due per domani.
Prenotiamo il tutto tramite il desk del lodge, forse un po' più caro ma senza pensieri e perdite di tempo.
L'attività notturna consiste in una passeggiata guidata alla ricerca di animali notturni.
Premetto che, nonostante la simpatia della nostra guida, non abbiamo visto molto ma l'atmosfera era molto piacevole ed abbiamo pure imparato qualcosa.
Abbiamo intravisto un boa costrittore, degli scorpioni, un serpente, un bradipo, qualche uccello ed altri insetti notturni.
Ovvio che senza l'occhio esperto della guida, che sia di giorno o di notte, vi assicuro che è quasi impossibile vedere qualcosa.
Il serpente nella foto qui sotto fa una 15ina di cm ed era arrotolato, perfettamente mimetizzato nel verde ed a 15 metri di distanza.
Ci ho messo 5 minuti per capire dove fosse per poterlo inquadrare nonostante le indicazioni e la luce delle torce. La guida lo ha centrato in 3 secondi col suo telescopio.
Altro esempio, nel centro della foto qui sotto c'è un insetto perfettamente mimetizzato nel muschio. Fa circa 2-3 cm di taglia. Per la guida era visibilissimo... io ancora faccio fatica a vederlo.
Comunque, alla fine abbiamo fatto una bella camminata, preferendo non pensare ai molteplici insetti velenosi che avremmo potuto incontrare e toccare senza saperlo.
Salutiamo la guida e andiamo direttamente a nanna un po' più colti per via di tutte le cose che abbiamo imparato durante la passeggiata.
QUINTO GIORNO
Monteverde
Fortunatamente il fuso orario ci aiuta ad alzarci presto, fare un'ottima colazione già alle 6 di mattina ed essere pronti per l'appuntamento con un'altra guida, direttamente al lodge, alle 7 in punto.
Pronti per due ore e mezza di camminata nel Bosco Nebuloso di Monteverde.
Pensavo che qui fosse più facile avvistare degli animali ma la vegetazione è talmente fitta e selvaggia che senza l'occhio esperto della guida avremmo visto solo alberi.
Però, anche solo per camminare circondati da un bosco primitivo è una belle esperienza. Il verde e la calma in cui si è immersi sono già uno spettacolo.
Abbiamo visto qualche scimmia ragno saltare qua e là, dei camaleonti, un bradipo (ci ho messo 10 minuti per capire dov'era), delle tarantole ed uccelli vari tra cui dei colibrì che mi hanno letteralmente fatto impazzire per farsi beccare col teleobiettivo e neppure in modo soddisfacente.
Finito il primo tour, un po' di calma prima di passare a qualcosa di più adrenalinico : un tour sulle zipline del Treetopia Park a 10 minuti da Monteverde.
Sfrecciare a 80 km/h, sospesi nel verde su 7 teleferiche lunghe dai 145 ai 750 metri e che raggiungono altezze fino a 100 metri.
Con una piccola funivia si va su fino a 1750 metri di quota, abbastanza in alto per vedere dall'Oceano Pacifico fino al vulcano Arenal e poi, una volta ricevute le istruzioni e tutto l'equipaggiamento, accompagnati dalle guide si vola da soli oppure in coppia (su due delle 7 teleferiche).
La vista è imperdibile anche se non si fa in tempo a guardare giù... "basta" lasciarsi andare e poi, all'arrivo, un bel ammortizzatore fa il resto.
Fatto questo, per oggi è tutto. Si cena in una tipica Soda con un piatto classico costaricano : Casado con pollo
E se dopo questo si riesce a dormire tranquilli, vuol dire che si è capaci di adattarsi a tutto. Però era buono.
Domani ci aspettano oltre 4 ore di strada per raggiungere la prossima tappa : Parco Manuel Antonio.
Pura Vida !
SESTO GIORNO
Da Monteverde a Manuel Antonio
Come al solito sveglia alle 4:45 complice, più che il fuso orario, il fatto che alle 9 di sera non resta granché da fare.
Alle 6 in punto siamo già pronti, e non siamo gli unici, per un'ottima colazione con le valigie già chiuse.
Ci aspettano 4 ore di strada contorta (appena 200 km) fino al parco Manuel Antonio, sulla costa pacifica centrale.
Sulla strada, unico punto di interesse, un banalissimo ponte sotto il quale ha preso dimora una "tranquilla" colonia di coccodrilli.
Un parcheggio, un bar, un ristorante e due negozi di souvenir. Bastano 15 minuti ad archiviare la pratica.
A destinazione, ci aspetta una camera con vista sull'oceano all'Issimo Suite Boutique Hotel, il cui proprietario è un simpaticissimo italiano (ma non è per questo che l'ho scelto) che ci ha dato molti consigli per il seguito della nostra avventura.
Ci aspettano, finalmente, anche 30° all'ombra e qualche spiaggia, attrezzata e non.
L'hotel ci mette a disposizione il trasporto e noi paghiamo le sdraio, indispensabili perché la sabbia è finissima e sdraiarsi a terra sarebbe una tortura.
Come primo impatto col mare costaricano, la Playa Biesanz è un buon compromesso. Una spiaggia sabbiosa, a mezzaluna, non molto affollata nonostante sia domenica. Dalle 13 in poi è ben ombreggiata e, nonostante gli oltre 30° si sta veramente bene.
Aspettando cena facciamo in tempo a fare un breve giro sul lungomare di Quepos, l'agglomerato turistico più vicino al parco (10 minuti di auto), ed approfittare di uno splendido tramonto con la bassa marea.
E questo basta per capire che il tramonto è l'unica cosa da vedere a Quepos. Per fortuna che ho scelto di alloggiare fuori zona, in un quartiere residenziale più calmo, più discreto e ben frequentato.
Poi, aperitivo, cena al ristorante dell'hotel e via in camera per preparare tutto l'occorrente per la giornata di domani.
Con mucho gusto !
SETTIMO GIORNO
Manuel Antonio
Solita sveglia prima dell'alba e, per prima cosa, apro le tende per approfittare subito della vista mare con le prime luci dell'alba.
Con grande sorpresa, a farmi ciao non ci sono le caprette ma, a poca distanza, qualche picchio e, soprattutto, un branco di scimmiette che ci faranno compagnia per la colazione. Anzi, un attimo di distrazione e la colazione se la mangiano loro in due secondi.
Finito il "fuggi-fuggi", ci aspetta la nostra guida per l'ennesima escursione., questa volta al parco Manuel Antonio, che unisce percorso naturalistico e sosta in spiaggia. Questa volta con un clima molto più caliente.
Nel parco, però, c'è abbastanza ombra. In spiaggia, alle 10 del mattino, si cuoce, scimmie comprese.
Grazie alla guida, abbiamo avuto anche oggi la nostra dose di animali, molti dei quali unicamente visibili grazie al telescopio.
Ribadisco, francamente, da soli non saremmo stati capaci di vedere un bel niente, neanche il bradipo col piccolo in grembo comodamente aggrovigliato ad un ramo sopra la nostra testa.
Bisogna sapere che l'ingresso al parco è contingentato, molto controllato, non si può introdurre cibo di nessun tipo e neanche l'acqua se in bottiglia di plastica.
Nel pomeriggio, riposo in hotel, sdraio, piscina e scimmiette. Poi passeggiatina per un pò di shopping nel piccolo borgo di Manuel Antonio, che si riassume in un centinaio di metri, e cena in hotel per stare tranquilli.
Da domani, proveremo a cacciare balene e delfini.
OTTAVO GIORNO
Da Manuel Antonio a Uvita
Anche se questa mattina non abbiamo impegni, il nostro orologio interno non fa sconti. Svegli già alle 4:30, ancora prima che le scimmie si mettano ad urlare.
Le aspettiamo per colazione, ed invece a farsi vivo è "solo" un coloratissimo tucano, talmente bello da sembrare finto.
La camera ci è concessa fino alle 12 così da lasciarci il tempo di cuocere per due buone orette in spiaggia.
Poi si fa strada verso Uvita, parco e zona a vocazione più balneare, anzi surfista. Arriviamo alle 13 sotto un sole ustionante e 32° appena sfornati.
Alloggiamo in un piccolo complesso di appartamentini, Cedrela Beach, a 200m dal parco di Uvita Ballena, all'ingresso della spiaggia Chaman.
La spiaggia è a pagamento, ovviamente, ma solo dalle 7 alle 17... siamo andati alle 15:30 e, cortesi come sempre, ci hanno fatto entrare gratis.
Marinati nella crema solare facciamo solo una toccata e fuga, impossibile godersi la spiaggia con queste temperature. Andiamo a prenotarci un giro in barca per l'indomani e, per la spiaggia, aspetteremo il tramonto.
Al tramonto, invece, la situazione cambia. La spiaggia si popola di gente uscita dall'ombra e di surfisti. Ma non basta ad affollarla perché è veramente infinita.
Il tramonto, riflesso sulla sabbia bagnata, è spettacolare.
Passeggiamo un po' ma siamo come due puntini nell'infinito di questa spiaggia chilometrica.
Come al solito, alle 19 cala il sipario. Il centro di Uvita propone qualche ristorante ed i soliti souvenir.
Non avremo problemi ad alzarci presto neanche domani. Appuntamento alle 8 in punto per un'escursione in mare sperando di incappare in qualche balena in transito.
NONO GIORNO
Uvita
Solita sveglia prima dell'alba. Ormai sta diventando un'abitudine...
Anticipo che l'unica coda di balena che vedremo oggi è quella della striscia di terra che, a bassa marea, dà il nome al parco nazionale.
Qualche minuto di volo col drone prima di imbarcarci per l'escursione in mare ed il gioco è fatto.
La natura, in Costa Rica, regala sempre spettacoli diversi ed unici.
Però non ci ha fatto l'onore di farci incontrare qualche balena di passaggio in questa stagione.
In compenso, non ci ha fatto mancare i delfini, unica consolazione in due ore e mezza di navigazione con snorkeling finale.
L'acqua è caldissima, la marea bassa, ed i fondali principalmente sabbiosi. Forse è questa l'equazione il cui risultato non è andato a buon fine.
Pazienza, non era questo lo scopo del viaggio. E non siamo per niente delusi.
Sbarcati prima che il caldo ci soffochi, mangiamo qualcosa di tipico in una soda ed aspettiamo che la temperatura sia più sopportabile per fare una lunga passeggiata in spiaggia, fino al tramonto, sempre spettacolare.
Il cielo si copre e si prepara un temporale. Qui in Costa Rica pare sia difficile fare delle previsioni meteo.
Prendiamo quello che viene e, infatti, poco dopo il tramonto inizia a diluviare.
Buio pesto alle 7 di sera e acquazzone interminabile che ci accompagna a letto presto.
DECIMO GIORNO
Uvita
Una cosa l'abbiamo imparata : inutile guardare le previsioni del tempo per organizzare le giornate.
Se devi fare una cosa falla, tanto prima o poi esce il sole, quello che ustiona.
Anche oggi svegli alle 5 del mattino e piove fitto fitto da ieri sera. Non facciamo in tempo a cercare un'attività alternativa alla spiaggia che, non solo smette di piovere, ma alle 8 il sole brucia già da un pezzo.
Quindi nessun cambio al programma. Ingresso al parco dall'entrata principale e passeggiata sulla spiaggia fino alla Punta Uvita che si mostra in tutta la sua forma grazie alla bassa marea ed al mio drone che non aveva mai volato così lontano.
Alle 9:30 stare sotto il sole è una tortura anche con le magliette anti UV e la protezione 50 anche sotto le piante dei piedi.
Infatti, nessuno sta steso al sole per abbronzarsi, ma piuttosto all'ombra delle palme scegliendone una non troppo carica di noci di cocco.
Anche all'ombra, resistiamo al massimo due orette e poi ci incamminiamo verso un piccolo agglomerato, Ojochal, in cerca di una soda dove mangiare qualcosa.
Troviamo la Soda Ojochal, molto simpatica, dove gustiamo due ottimi casados per un prezzo ben sotto la media di quelli precedenti.
Poi, nel tardo pomeriggio, il "solito" tramonto in spiaggia, ma questa volta dalla Playa Uvita, che con l'alta marea assume un tutt'altro aspetto.
Cena a due passi dal nostro alloggio, con ceviche con camarones, guarnito dall'ottima cortesia che abbiamo trovato ovunque siamo andati finora.
Domani si cambia zona per l'ultima tappa di Pura Vida balneare.
UNDICESIMO GIORNO
Da Uvita a Herradura / Jaco
Lasciamo la rilassante Uvita per avvicinarci a San José. In Costa Rica il più è fatto e da oggi in poi è solo programma libero.
Una colazione tranquilla in una soda scelta a caso e poi facciamo le due orette di strada che ci separano dalla più caotica (si fa per dire) Jaco.
Prendendocela comoda, arriviamo per l'ora di pranzo a Jaco e facciamo una breve passeggiata su quella che dovrebbe essere la via principale. Troviamo diversi bar, negozi di souvenir e ristoranti sparsi nel disordine più assoluto.
Nulla di cui emozionarsi, neanche la spiaggia abbastanza selvaggia, ma più densamente frequentata (è il giorno di San Valentino).
E per la prima volta, da quando siamo in Costa Rica, anche il traffico sembra molto più denso.
Scegliamo un ristorante tipico, seguendo le quotazioni di TripAdvisor, per un piatto di Patacones, un Arroz con camarones ed un Batido alla frutta (che il altri posti, meno ragionevoli, chiamerebbero granita).
Nota : I prezzi variano dai 15 ai 25 dollari a testa, a seconda del posto, per un piatto tipico. Dal doppio al triplo se si va su piatti più "raffinati".
Alloggiamo al Paradise Bay Boutique Hotel, senza infamia e senza lodo, scelto a caso perché si trova a 10 minuti di strada da Jaco, in una zona residenziale a Herradura.
Per oggi, solo shopping, relax, cena in camera e riordino valige per questi sgoccioli di viaggio.
DODICESIMO GIORNO
Herradura / Jaco
Doveva essere una giornata molto banale ma poi abbiamo ben pensato di fare una passeggiata al Parco Carara, meno importante di quelli che abbiamo già visto.
Si trova a soli 15 minuti di strada da dove alloggiamo, perciò ci siamo detti che poteva essere una buona opzione.
E così è stato. Questa volta senza guida, da soli ad ascoltare il canto degli uccelli e le urla delle scimmie immersi in un verde surreale.
Vero è, che senza guida, diventa impossibile vedere qualcosa, e lo sapevamo. Ma per finire, qualche piccola cosa l'abbiamo scovata anche da soli. Ed abbiamo pure incontrato una simpatica coppia di francesi con cui abbiamo condiviso 2 ore di cammino nei sentieri per poi finire a pranzo insieme a discutere di viaggi ed avventure varie.
Ed è la prova che, viaggiando e conoscendo gente, usi e costumi, ci si arricchisce sempre e si diventa migliori.
Ma torniamo al parco. Valeva la pena di fare l'esperienza senza guida, senza stress e senza dover ascoltare un corso di botanica.
Alla fine, la minuscola rana pericolosissima, nascosta in mezzo ai rami, l'ho vista anch'io, insieme ai ragni, a qualche insetto ed a qualche uccellaccio troppo rapido da fotografare.
Una cerveza ed un ceviche ce li siamo ben meritati. Salutiamo i nostri simpatici amici del giorno, sperando, chissà, di rincontrarli da qualche altra parte del mondo, facciamo un pò di scorta di cacao e di caffè locale e poi la pioggia improvvisa ci fa capire che per oggi è tutto.
Chiudiamo la busta piena di ricordi e ci prepariamo al rientro su San José, per l'ultima tappa prima del volo di ritorno.
ULTIMO GIORNO (e mezzo)
Da Herradura a San José > Fine del Viaggio
Lasciamo con molta calma la nostra camera per percorrere le due ore di strada che ci separano da San José, vera incognita del viaggio.
Lungo la strada, a circa 40 minuti prima della capitale, scopriamo che c’è un centro di « recupero », una sorta di rifugio per animali che hanno vissuto in cattività o che sono stati ritrovati feriti e che devono essere curati prima di essere rimessi in libertà.
Ci sono bradipi, scimmie, tucani pappagalli e molto altro.
Certo vedere degli animali in gabbia piuttosto che in libertà non fa lo stesso effetto che vederli liberi in natura, ma dove mi capiterà più di vedere un tucano coloratissimo, che non sia imbalsamato, a meno di 50 cm di distanza ?
Un ora di visita insieme ad una volontaria, che ci ha spiegato vita morte e miracoli di ogni essere vivente del rifugio, contro un contributo di 20 $ a testa che basteranno per nutrire un bradipo per qualche giorno.
Arriviamo a San José per pranzo e dopo 10 minuti abbiamo la conferma che una notte nella capitale è pure troppa.
Alloggiamo in pieno centro pedonale in un hotel 4 stelle (cadenti) che non merita neanche di essere menzionato.
Avendo bisogno di un hotel con parcheggio, in centro, non avevo molta scelta. Sarà un vero piacere fare una recensione… ovviamente negativa.
A San José si vede tutto quello che ci può essere di negativo in Costa Rica e che ancora non si era visto.
Qualche barbone, un po’ di disordine ambientale ed un po’ di quella sporcizia che non si era vista da nessun’altra parte.
Un centro « storico », come lo chiamano loro, che offre poco al turista. Gironzoliamo un’oretta prima di cena e prima che faccia buio.
Non che sia particolarmente pericoloso ma, per non prendere rischi inutili lascio la macchina fotografica in cassaforte.
Il tutto si riassume alla piazza principale, al teatro storico, a qualche palazzo amministrativo degno di nota architetturale, ad uno stormo di piccioni, a qualche statua da accarezzare in segno di buena suerte, ad un quartiere cinese che puzzava di… lasciamo stare…
Ci teniamo per l’indomani il mercato storico, la cattedrale ed i musei, di cui troviamo aperto unicamente quello della Giada e dell’era pre-colombiana.
In due ore archiviamo la pratica, rendiamo il nostro SUV che ci ha onorabilmente scarrozzato per 13 giorni e ci piazziamo al check in.
Il tutto è filato liscio come l’olio (di palma, visto che questo paese lo produce in grande quantità).
A parte San José, che non merita più di una mezza giornata prima di imbarcarsi, il Costa Rica ci ha offerto delle ottime emozioni con la sua natura varia ed eccezionale.
Siamo rimasti sorpresi in bene da moltissime cose che ho cercato di documentare con qualche immagine. Unica nota appena stonata, se proprio devo trovare un piccolo difetto, il costo della vita.
Secondo me, tra il nome Costa Rica ed il loro motto Pura Vida hanno fatto un po’ di confusione, con dei prezzi degni delle più care città europee.
Ma nonostante questo, ci torneremmo volentieri.
Pura Vida !
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