Roma capoccia...(der mondo infame)

 

Roma in 3 giorni... se po' fa'... Almeno una buona parte...


Però che delusione.. nessuna scorribanda di cinghiali in città, nessun ammasso di spazzatura e neanche un bus in fiamme... niente, ma proprio niente ! 
Appena qualche buca, ma neanche tanto grande da inciamparci, ed anche qualche barista disonesto e senza scrupoli che vi serve un cappuccino con brioche per 12€ a cranio. Ma per fortuna anche questo, come le buche, è raro.

Per il resto abbiamo un museo a cielo aperto che il mondo ci invidia e di cui dovremmo prenderne cura. Un museo ed un misto di carbonara, di amatriciana, di cacio e pepe, di gricia, di carciofi senza dimenticare l'immancabile maritozzo con panna a colazione (quello di Regoli).

Mi direte, ma con tutta la storia che si è fatta (e si fa) a Roma, dobbiamo parlare proprio di mangiare ?

E si ! Perché quando sbarchi a Fiumicino alle 20, che arrivi in hotel (iQ Hotel) alle 21 suonate da un pezzo e che proprio sotto c'è una trattoria (Tosca) che ti accoglie calorosamente, mentre sono già le 22, per una Carbonara con la C maiuscola (un applauso a Giulia), non puoi non citare i suoi monumenti culinari. 

Però Roma non ha fatto la stupida... e non ha bisogno di spiegazioni.
Anche perché i monumenti di Roma ed annessi li conoscono anche i bimbi dell'asilo nido.

Comunque, visto che a solo a parlarne vi si alzerebbe il colesterolo, troverete le immagini dei migliori simboli culinari dopo la breve pratica sui monumenti classici.

Quindi interroghiamo : qual è la prima cosa che viene in mente ad un bimbo se gli parli di Roma ?

Se non è il Papa (che in più è al Vaticano), e scartando la carbonara, sicuramente sarà il Colosseo.

Di giorno come di notte, non potete mancarlo. La visita, guidata o no, si abbina col parco archeologico annesso che va dall'arco di Tito fino a dietro il Campidoglio. 
Sarà perché è febbraio, sarà il Covid, ma si entra senza fare neanche 2 minuti di coda... 

Il percorso naturale passa davanti a qualcosa di più imponente ed ovviamente più moderno. A tirar fuori tutta "l'italianità" che c'è in noi, c'è l'Altare della Patria, finalmente aperto al pubblico. Panorama garantito dalle sue terrazze. 

Seguendo sempre la traiettoria naturale, a zig-zag tra una carbonara e l'altra, si può arrivare alla fontana più famosa del mondo. Monetine obbligatorie per non correre "il rischio" di non poter più tornare a Roma. 

E se le monetine non funzionano, potete sempre provare con la carbonara (da mangiare ovviamente, mica da lanciare nella fontana).

Fuori zona e tramite prenotazione, meglio se per le prime ore del mattino, una visita ai Musei Vaticani, con annessa Cappella Sistina, vi occuperà come minimo per una buona mezza giornata. Se aggiungete l'ingresso nella basilica di San Pietro, contate la giornata. La fila per quest'ultima arrivava fino al Paradiso e ci siamo promessi di tornare al prossimo viaggio.

La Cappella Sistina, comunque, vale già un volo A/R.




E poi ? L'immancabile Piazza di Spagna con tanto di "barcaccia", la Trinità de Monti con tramonto finale e passeggiata su via Condotti. 
Oppure con scarpinata fino a piazza del Popolo, terrazza de Pincio e, se ce la fate, fino Villa Borghese.

Giusto giusto per smaltire la Cacio e Pepe (eh, si... c'è anche quella)









Visto il poco tempo a disposizione, abbiamo svolto in modo breve le altre pratiche monumentali. Tutto sommato non si tratta della nostra prima esperienza capitolina. 

Quindi Pantheon e Piazza Navona per aver qualche rimpianto in meno quando verrà il momento di tornare a casa.




Ah, dimenticavo la "Dolce Vita"... 
Per l'argomento, la zona di Trastevere meriterebbe un capitolo a parte.
Anzi, tre giorni solo per quello... 



Ed é arrivato il momento di chiudere... in bellezza (o dolcezza).

Il maritozzo con la panna (da Regoli) è una vera tortura. Intendo dire una vera tortura uscire dal bar senza prenderne un altro


E poi, che ve lo dico a fa' ? Della Carbonara da Tosca ve ne ho già parlato ma ho lasciato per adesso il carciofo alla Giudea per darvi più voglia di aprire la porta di questa trattoria nella quale ci siamo sentiti veramente "in famiglia".



Ovvio che anche a Trastevere troverete modo di sbizzarrirvi a tavola. Premetto che il vinello di solito è leggero, anche se l'oste non c'ha messo l'acqua... ma  per farla corte e per farla breve, fa parte del contesto. D'altronde si sapeva...

Ho provato anche : Roma Sparita, Il Cambio (per qualche variazione sul tema) e per un apericena il Caprera, nella piazza omonima nel quartiere Trieste (approfittatene per fare un giro nel rione Coppedé).




Da quello che ho digerito ho capito che con i semplici, ma buoni, ingredienti illustrati qui di seguito riuscirete a imitare (ho detto imitare) la maggior parte dei piatti romani (la salsa di pomodoro e le uova ve le lascio immaginare).

Se cercate gli elementi giusti, bazzicando per le viuzze di Trastevere, non esitate ad entrare all'Antica Caciara... altra tortura uscire da lì con una sola dose di guanciale e pecorino (grazie a Giulia, Fabio e tutto lo staff de Tosca per l'ottima pasta fresca in regalo 💛)



E dopo un'ultima annusata alle forme di pecorino Romano, l'ultima foto alla fontana di Trevi, l'ultima monetina, si chiudono le valigie e si allenta di un buco la cintura.


Arrivederci Roma...










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