Ginevra, l'essenziale (en non) in 10 mosse
Ci vivo... ma non mi era mai venuto in mente di girarla come un turista "fai da te" quale mi definisco.
Approfittando di un inverno che non vuole arrivare dopo un'estate che non abbiamo avuto, sono andato in giro per Ginevra a raccogliere, in un paio d'ore, qualche immagine senza pretese per darvi qualche indizio su cosa vedere se vi capita di passare da qua.
1) Andare a vedere il "Jet d'eau", ovvero la fontana sul lago. Simbolo per eccellenza della città, vi sarà molto difficile andare in giro senza vederlo. Potete vederlo da sotto e bagnarvi, mentre date da mangiare ai cigni, da lontano con l'arcobaleno, di traverso ed anche mimetizzato in mezzo agli alberi delle barche a vela nel porto. E pensare che all'inizio era solo una valvola di spurgo che rilasciava la pressione in eccesso dei macchinari industriali che funzionavano pompando l'acqua dal Rodano.
2) Godersi il panorama dalle torri della cattedrale di Saint-Pierre. Passando, ne approfitterete per visitare la cattedrale ed allenare le gambe andando su e giù per le scale a chiocciola. E vista l'esiguità di certe rampe e visto che siamo in Svizzera, alcune scale sono regolate da une semaforo onde evitare di restare incastrati tra turisti. Bastava pensarci.
3) Ovviamente c'è da fare un "giro" nella vecchia città e nelle vie del centro. Quelle dei negozi di lusso e non solo. Tra un via-vai di grosse cilindrate da una parte e di tram e bici d'all'altra, troverete prezzi per tutte le tasche. Da Swatch a Rolex passando da Hermes, Cartier e Louis Vuitton. Un dettaglio : evitate la domenica, giorno in cui tutto si ferma e il centro si svuota lasciando il posto a qualche turista giapponese male informato. Male cha va, se proprio volete spendere una cifra spropositata, sedetevi alla "Clémence" in piazza Bourg-de-Four ed ordinate da bere x 4.
Rimpiangerete di aver trovato chiuso da Vuitton. Se non volete accendere un mutuo, c'è sempre la fontana giusto al centro della piazza.
4) Fare un selfie davanti all'orologio fiorito. Ovviamente senza passarci 2 ore. Contrariamente al Jet d'eau, questo non lo vedrete se non quando sarete giusto davanti. A condizione che non sia coperto da un'orda di giapponesi in posa classica. In caso, poco lontano c'è il Monumento nazionale, meno fotografato...
Una volta arrivati qui, approfittatene per passeggiare al Jardin Anglais, molto più popolato che le vie del centro, sia la domenica che durante tutta l'estate. Continuate sul lungolago dove troverete ancora qualche battello a vapore del secolo scorso. E se avete la fortuna di passarci d'inverno ed avrete la fortuna di trovare la neve, non rimarrete delusi.
5) Dal lungolago non avrete che l'imbarazzo della scelta. Ma tanto sarete obbligati a percorrerlo da una parte all'altra almeno una volta. Dalla riva sinistra a quella destra. Dal parco della Grange con le sue rose infinite (secondo la stagione) all'alberata Perle du Lac . Dalla riva sinistra avrete la vista migliore sulla città. Ma anche dalla riva destra non si scherza, con la vista che si estende fino al Monte Bianco.
Ma non importa se andrete da destra a sinistra o da sinistra a destra, lui vi accompagnerà sempre. Lui, il Jet d'eau.
6) Visto che ci siamo, sulla riva destra non si può mancare il quartiere dei "Pâquis". Con il suo lido di balneazione popolare e "branché". Ogni ginevrino che si rispetti ci è andato almeno una volta. Un obbligo, come una sorta di mecca. Con vista mozzafiato su città, lago e Monte Bianco. Ma i "Pâquis" sono anche altro. Quartiere caldo, ricco di bar, pub, qualche sexshop ed ovviamente lucciole che "brillano" di notte e di giorno. Ci si può transitare tranquillamente e senza rischi ma ho evitato le foto "nitide" per rispetto di queste persone che in questo paese pagano regolarmente le tasse (ditelo all'omino dei gelati).
7) Respirate l'aria della finanza. La Svizzera è anche famosa per le sue banche. Passando da Piazza Bel-Air e dintorni non sarete delusi. Questo è il quartiere con la più alta percentuale di banche della città... e non solo di questa città. Qui dove il lago finisce e ricomincia il Rodano, in un susseguirsi di ponti ed insegne di banche private, il colpo d'occhio è garantito. E seguire il Rodano tra il Pont du Mont-Blanc ed il Pont Sous-Terre può riservare anche qualche bella sorpresa architettonica e paesaggistica.
E questo nonostante qualche piccolo spacciatore che, seduto tranquillamente lungo il fiume, vi saluterà sorridendo. Niente paura. Tanto avrete diversi modi di distogliere lo sguardo magari per un colpo d'occhio sul vecchio "Bâtiment des Forces Motrices".
8) Uscite dagli schemi ed andate oltre la portata del turista medio, che di solito non si spinge oltre il quartiere delle banche. Per un'escursione piuttosto naturalistica, c'è la "Pointe de la Jonction". Dove il Rodano e l'Arvo si congiungono mischiando le loro acque, limpide per il primo e fangose per il secondo. Sembra quasi che i due fiumi si congiungano (la Jonction, appunto) senza volersi veramente bene. La separazione è netta e persiste per diverse decine di metri fino a l'estinzione dell'Arvo, non senza gloria. Continuate dritto, saltate qualche centrale idroelettrica e vi troverete nel Mediterraneo.
Scherzi a parte, se avete tempo per arrivare, magari passando dal parco del Bois de la Batie, fino al ponte della ferrovia, che unisce riva destra e sinistra e che è praticabile anche per i pedoni, approfitterete di una vista "alternativa" sulla città. E se pensate di esservi sbarazzati del Jet d'eau, vi sbagliate. Si vede anche da qua.
Per tornare in centro potrete spaesarvi risalendo il Rodano e percorrendo "la promenade du prieuré de Saint-Jean", un sentiero il cui inizio folkloristico non deve scoraggiarvi. Ne vale la pena.
9) Visto che parliamo di mosse, seguite in silenzio religioso una partita di scacchi all'aperto al "Parc des Bastions", dove le lingue si intrecciano tra un cavallo ed un alfiere. Un mix di culture che riflette l'aspetto multietnico di questa città.
Arrivati al parco avrete già notato la piazza antistante, "Place (de) neuve", dove troneggiano il Grand Théâtre, il Conservatorio, il museo Rath ma soprattutto la statua del generale Dufour.
Ma questo lo fanno tutti. Voi entrate nel parco e spingetevi fino al muro dei Riformatori la cui storia vi farà capire perché a volte questa città può sembrare "troppo seria".
Percorrete anche la "Promenade de la Treille", giusto sopra il muro, e fate un saluto a colui che spesso passa inosservato agli occhi dei profani. Colui che annuncia, anno dopo anno, l'arrivo della primavera. Lui, il "Marronnier officiel", il cui primo fiore della stagione si guadagna un comunicato stampa ufficiale. Poco lontano troverete la statua di Pictet de Rochemont da cui prende origine la neutralità svizzera.
(questa qui sopra é fatta col cellulare... prima o poi la cambio, giuro ! ed a quelli che mi dicono "il mio smartphone fa delle belle foto".....)
10) E parlando di neutralità è d'obbligo passare dalla piazza "des Nations" ed ovviamente dalla sede delle Nazioni Unite. Passeggiate sulla piazza, tra le fontane a zampillo e la sedia amputata di una gamba, simbolo della lotta contro le mine anti-uomo. Ovvio che non si può lasciare Ginevra senza impregnarsi della cultura internazionale. Nella zona troverete anche il museo internazionale della Croce Rossa e diverse altre organizzazioni internazionali.
Voilà, ovviamente c'è molto altro da fare. Per esempio, farsi una scorta di cioccolato acquistandolo, sempre per uscire dagli schemi ma anche perché secondo me è più buono, in quella catena di supermercati con la M arancione, tanto per non nominarli. La marca del cioccolato é questa.
Per un primo giro non c'è male, ma se vi resta tempo, passate anche da Carouge, un tempo città sarda frutto del trattato di Torino fra la Repubblica di Ginevra ed il regno di Sardegna. Ci si arriva comodamente in tram.
Il resto lo scoprirete solo vivendo, anzi, viaggiando.
Au revoir :-)
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