Immagini di Sicilia
Da una punta all'altra
Un triangolo magico. Tra l’altro, che forma poteva avere la terra che ha visto nascere Archimede ? Da Messina a Trapani fino a Capopassero (SR) l’equazione si risolve con tante incognite da scoprire percorrendo con calma ogni lato.
Girarla in senso antiorario, da Messina a Trapani, da Trapani a Siracusa, da Siracusa a Messina. Oppure in senso orario. Oppure a caso, partendo da Catania o Palermo. Ma anche per zone tematiche, passando dall’interno o facendo tappa sulle numerose isole, vulcaniche e non.
Ci si può soffermare solo sulle grandi città oppure scorrazzare per borghi e cittadine. La lista dei punti d’interesse é lunga e non riporta solo spiagge.
- Punta Faro, a Messina, con il “Pilone”, testimonianza di quando la Sicilia era legata al resto dell’Italia da un filo…elettrico. Sullo sfondo i laghi di Ganzirri a separare i due mari, Ionio e Tirreno che si incontrano creando le correnti cha hanno dato filo da torcere a Ulisse.
Una pesca ancestrale
Dal tempo degli antichi greci, il pescespada si pesca nello stretto di Messina in un modo tradizionale che ha mantenuto le sue caratteristiche nonostante i millenni trascorsi.
Il pesce si caccia a vista, dall’alto di una torretta, e si arpiona a mano, dalla punta di una passerella a prua della spadara, o meglio della “feluca” che altro non è che l’evoluzione del “lontru”, allora spinto a remi.
Oggi il motore ha sostituito la forza delle braccia, ma è sempre a mano che l’arpione viene lanciato con la stessa abilità che si è tramandata nei secoli.
Una significativa differenza di comportamento esiste tra il maschio e la femmina del pescespada. Quando viene cacciata la “pariglia”, ovvero la coppia di pescespada, il pescatore deve cercare di arpionare prima la femmina. Il maschio, in segno di fedeltà, continuerà a stargli vicino e finirà per farsi arpionare. Nel caso in cui, sia il maschio ad essere colpito, le femmina scapperà in cerca di un altro maschio affinché possa far perdurare la specie.
Una cornice barocca… e non solo
Iscritte al patrimonio mondiale dell’UNESCO, le città barocche del Val di Noto sono l’eccezionale esempio dell’arte tardo-barocca, successo della ricostruzione post terremoto del 1693.
Noto, Scicli, Ragusa, Modica fanno parte delle otto componenti della testimonianza barocca in Sicilia.
Mare da amare
In tutte le forme e per tutte le tasche, il mare entra ed esce dall’anima dei siciliani. Barriera naturale o risorsa, contribuisce all’attaccamento profondo tra i siciliani e la Sicilia.
Spiagge di sabbia finissima o di roccia vulcanica, scogliere a picco oppure fondali bassi, saline e tonnare. Ci sono ancora siciliani che non sanno nuotare, segno di timore eterno verso un elemento da rispettare, ma non ci sono siciliani che non lo portano nel sangue.
Qui di seguito solo dei piccolissimi esempi. Le isole (Egadi, Eolie, ecc.) sono volutamente escluse dalla lista. Altrimenti non basterebbero 20 pagine per descrivere tutte le bellezze.
Punta Faro (ME) Grotte (ME)
Tonnara di Scopello Faraglioni e Tonnara di Scopello
Scala de Turchi Scala de Turchi
Plemmirio (SR) Plemmirio (SR)
Cefalù (PA) Cefalù (PA)
Scoglitti (RG) Punta Secca (RG) Marina di Ragusa (RG)
Laghetti di Marinello visti da Tindari (ME) Spiaggia di Marinello (ME)
Milazzo, baia di ponente (ME) Milazzo, piscina di venere (ME)
Mangia, mangia !!!
Se siete delle persone normali, non avrete scelta. Ingrasserete solo respirando. Ogni città propone le sue specialità anche se alcuni prodotti caratteristici potrete trovarli ovunque. Ma attenzione, non è detto che la granita che mangiate a Catania sia altrettanto buona di quella mangiata a Messina.
Ma è proprio per questo che bisogna assaggiare di tutto e di più. Altrimenti potreste lasciare l’isola frustrati.
In Sicilia troverete in abbondanza : carne, pesce, crostacei, molluschi, pasta, pane, granite, gelati, cannoli, cassate, paste di mandorla, rustici, formaggi, salumi, focacce, frutta, legumi, birre, vini, liquori e pure acque locali. E pure il sale.
Insomma, il primo che mi dice di aver patito la fame in Sicilia lo prendo a schiaffi con le “pale” del fico d’india.
La galleria fotografica non è esaustiva ma basta ed avanza per farvi prendere un kg solo a guardarla.
Brioche col gelato (da Miscela d’Oro a Messina) Granita con panna e brioche (da Miscela d’Oro a Messina) Gambero rosso di Mazara (da Camùri a Ragusa Ibla) Melanzane ripiene (di Mamma) L’aperitivo quello “rinforzato” (Messina) La frutta martorana (Messina) Gli arancini (Messina) I ricci di mare (Palermo) Venditore di “stigghiole” (a l mercato di Ballarò di Palermo) Pasta con le sarde (Palermo) Il pane “ca meusa” (Palermo) Involtini alla messinese, detti “braciole” (di Mamma) Pane “cunzatu” (Siracusa) Pesce al mercato di Ortigia Pomodorini secchi di Pachino Formaggi e salumi del Ragusano (dai fratelli Burgio a Ortigia) Carpaccio di spada e tonno con gambero rosso di Mazara (da Amici Miei a Messina) Formaggi e salumi ragusani alla Salumeria Barocco a Ibla Busiate trapanesi agli scampi (alla Trattoria del sale alle saline di Nubia) Spaghetto ai gamberi di Mazara e pistacchio di Bronte (da Enzo a Mare a Punta Secca) Polipo cotto 3 volte (da Camùri a Ragusa Ibla)
L’avrete capito che la Sicilia è un viaggio a puntate. Questa è solo il trailer di una lunga serie.
BEDDA MATRI !!!
Montalbano sono !
Infine, e per illustrare la Sicilia, non poteva mancare il Commissario Montalbano e la sua Vigàta. Il commissariato, la sua casa, così come altri luoghi resi celebri grazie alla serie televisiva, si possono facilmente visitare tra Scicli, Ragusa e Punta Secca. Senza dimenticare la tonnara di Scopello e Tindari, teatri di scene in qualche episodio.








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