Canada 2019

Toronto e Niagara Fall's

Bella città, abbastanza pulita e sicura. Molte similitudini con NY ma in scala ovviamente ridotta. Girando a piedi, in meno di 5 ore pit-stop compresi, si ha solo il tempo di “dare un’occhiata” ai quartieri principali senza troppo soffermarsi. Ma si trova sicuramente qualcosa di particolare che lascia il segno. 

Per esempio la “Graffiti Alley”. Forse la scoperta più gradita dei 15 km percorsi a piedi in 5 ore. Il resto si articola tra DownTown, Old Toronto, Entertainment District (con la CN Tower) e la passeggiata sul waterfront.




https://drive.google.com/uc?export=view&id=15krOBzhIrZWEcVLX3GzWvMg5X9oGB_cq

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1OsTF7O436OoJD0wxdYyw8WgvudJL-tc1

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1iMQaR75YCoJXdzW4XSSDt44f27aP2Dkm

Ovviamente ci sarebbe molto di più...
Ed ovviamente, tutto è molto più facile a Niagara. Dove tutto “scorre” intorno alle omonime cascate. Diverse attrazioni, naturali e non, per invitare i turisti a rimanere qualche giorno in più del necessario.
Io, se dovessi sceglierne solo una, senza dubbio, sceglierei “Behind the Falls”. Copritevi.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1QmzKmTE0dNXA1WanmoYg8OJ6KPWmpa46

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1asHdkWat8lPNt-Z9bBDc1d9XNdfgeTfi

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1NWOJ5eZ4l79rH6YS3dy_cszy7QdWAhjI

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1dxknejcMeNALBmxbbplGfIP_8nZBaFPd


Banff & Lake Louise
Chiusa la pratica familiare (<3) a Niagara, ci imbarchiamo per Calgary che dista da Toronto « solo » 4 ore e mezza di volo. E due ore di fuso orario in meno.

Vista l’ora abbondante di ritardo cordialmente offerta da Air Canada, a Calgary non ci mettiamo neanche il muso. 
Ritiriamo l’auto presso Alamo, che per un « upgrade » ci aveva chiesto 50 dollari al giorno, scesi poi a 25, ed infine a 10 per un compromesso di categoria superiore che ci permetterà di saltare al livello « expert » nel Tetris delle valigie ad incastro.

Cinque dollari di mancia all’omino che ci ha consegnato l’auto, che se non glieli davo ci sarebbe rimasto incollato al parabrezza fino a Vancouver, e scorriamo verso Lake Louise in due ore scarse di strada spettacolare.

Visto che tutto è filato liscio come uno sciroppo d’acero, pardon come l’olio, facciamo una sosta a Banff, prima di fare gli ultimi 50 chilometri che ci separano dal Mountainer Lodge di Lake Louise Village.

Scopriremo in seguito che Banff è l’unico centro urbano degno di nota con segni di vita anche dopo le 6 del pomeriggio. Merita senza dubbio una sosta. 
Invece, è inutile cercare il centro del villaggio di Lake Louise, non c’è ne centro, ne villaggio. 

Lake Louise Village si riassume in un supermercato, 3 ristoranti, una stazione di servizio e due negozi di souvenir. Ed un wifi che va a ancora a carbone. Da premettere che non rileggo neanche quello che scrivo data la lentezza alla quale si ricarica la pagina del blog ad ogni aggiornamento.

In compenso è il punto più comodo per scorazzare nel parco di Banff tra laghi d’acqua turchese, ghiacciai e foreste di pini. Ed anche perché i due laghi vicini (Louise e Moraine) sono tra i più belli del parco. Un vero spettacolo.


Nonostante il villaggio di Lake Louise sembri un mortorio dopo le sette di sera, bisogna alzarsi prestissimo per poter trovare un parcheggio libero vicino ai laghi. Se arrivate dopo le 7:30 non  vi resta che prendere la navetta (dai 4 ai 6 dollari a cranio + altri 18 di tassa per accedere al parco) dopo aver lasciato l’auto in un apposito parcheggio.


Devo dire che l’organizzazione qui è perfetta (scherzo)... pensate che, il lago dista dal Lodge appena 3 km ma, non potendo andarci in macchina perché già il parcheggio è già full alle 8:00 del mattino, bisogna percorrere 4 km nella direzione opposta, prendere la navetta che vi riporta indietro attraversando il villaggio senza fermarsi (vai a capire perché) e che ci lascia a soli 100 metri dal lago davanti a una vista mozzafiato.



Non dico altro (sulla navetta, non sulla vista), ma avrete capito che ci siamo armati di pazienza per vedere i laghi di Lake Louise e Moraine Lake.

Acqua turchese garantita. E per il prezzo di quello di Lake Louise ne avrete 2 in omaggio (Mirror Lake ed Agnes Lake) a condizione di scarpinare per circa 1 ora su un sentiero in leggera salita tra pini, scoiattoli, immancabili turisti giapponesi ed qualche piccola zanzara. 



l sole ci accompagna durante tutta la prima giornata e ci permette anche di tornare a Banff, per visitarla con calma nel pomeriggio ed, ovviamente, per fare un po’ di shopping. 
Molti i negozi di souvenir tra cui uno, molto curioso, che vende decorazioni natalizie durante tutto l’anno. L’inverno qui sarà uno spettacolo.

Torniamo a Lake Louise Village, in serata, appena in tempo per trovare posto in uno dei pochi ristoranti. Un hamburger di alce con patatine fritte ed andiamo a letto.

2° GIORNO 
Sveglia alle 6:15 stamattina con la speranza di trovare posteggio al Moraine Lake. Colazione e partenza e... strada chiusa. C’è chi si è alzato prima di noi... 
Troviamo posto, ed è il colmo, al parking di Lake Louise. Diciotto dollari più tardi ci infiliamo in una navetta che ci scarrozza per 12 km fino al Moraine Lake. L’organizzazione perfetta si riconferma quando vediamo che, per tornare all’auto, ci vorranno due navette ed un « dirottamento » di oltre 6 km... stendiamo un velo pietoso ma apriamo bene gli occhi perché Moraine Lake è un vero spettacolo.

Si scala una piccola collinetta di rocce e, nonostante il fatto che sia un po’ nuvoloso, i colori ci riempiono gli occhi. 





Volendo si può anche pagaiare un po’ ma il cielo si copre e riusciamo a scappare via prima del temporale. 


Non abbiamo altra scelta che fare una sosta in albergo aspettando che passi l’acquazzone. 
Cambiamo leggermente programma. Cosa che si rivela un’ottima scelta. 
Ci incamminiamo sulla Icefields Parkway per una 40ina di km con uno sfondo di ghiacciai, laghi, riviere et foreste di pini. 




L’ennesimo corto temporale ci riporta nuovamente sulla strada per Banff, cioè 80 km indietro. Da non perdere la Bow Valley, percorrendo la strada parallela alla Highway « transcanadese » attraversando quindi una zona teoricamente ricca di wildlife ed altre attrazioni... quindi panorama, natura ed animali a tutto spiano...

Teoricamente... per cominciare becchiamo solo zanzare... poi qualche marmotta, a seguire due giapponesi, qualche scoiattolo ed infine ci sta anche l’orso Yoghi... 

Vero è, che siamo in un territorio selvaggio... lo si capisce più dall’assenza del wifi che rende la scrittura di questo post un’avventura impossibile. Cacciare un orso bruno con un coltello svizzero sarebbe quasi più facile. 
Per l’orso, mi é bastata la mia Canon con un tele da 300mm... avrei tentato un selfie ma, poverino, non aveva la manicure fatta...

Vi lascio con le foto qui di seguito, la connessione mi ha sbranato.

Domani si parte per Vancouver, con tappa a Kamloops solo per tagliare in due i 950 km di strada a traverso monti e vallate.







La vista dell’orso ci ha ricompensato per le punture di zanzare prese mentre stavo lì a mitragliarlo di foto a raffica. Non stava fermo un attimo... Yoghi era molto più fotogenico nei cartoni animati... 
Comunque ci è venuta fame, sarà per i 3 litri di sangue che ci siamo fatti ciucciare... Cena a Banff, 50 km di highway e buonanotte.

Vancouver Island
EH ! (Come usano intercalare da queste parti)
Il programma odierno prevede un lungo trasferimento da Lake Louise fino a Victoria, sull’isola di Vancouver Island. Più facile a dire che a fare.
Sono, ad occhio e croce, 900 km ai quali si aggiunge una traghettata di circa 1 ora e mezza, da prenotare con largo anticipo, anche se c’è un traghetto ogni ora, con partenza da Vancouver.
Resteremo 3 notti a Victoria, al Capital City Center Hotel, che ha il vantaggio di essere a 10 minuti a piedi dal centro città ma soprattutto di essere economicamente ragionevole per una camera abbastanza spaziosa.

Ma andiamo per ordine. Ovviamente non faremo 900 km in un’unica tirata anche se le strade sono in ottimo stato ed tutto sommato scorrevoli. Se non fosse per dei limiti di velocità raramente al di sopra dei 110 km/h, quando va bene, magari si potrebbe tentare. 

Invece faremo tappa a Kamloops, unico centro abitato di rilievo situato a metà strada tra Lake Louise e Vancouver. Per rendere più vivibile il trasloco (visto in numero di bagagli che abbiamo caricato in auto in modalità Tetris), attraverseremo il Yoko Park ed il Glacier National Park.

Anche se un cartello ci indica che siamo nella terra degli orsi, non abbiamo avuto la fortuna (o sfortuna) di incontrarne nemmeno uno. 


Il paesaggio comunque è piacevole, tra foreste, riviere laghi e ghiacciai. Facciamo una sosta vicino un agglomerato di nome Field, ispirati da un cartello stradale che segnala 2 punti di interesse che ci invitano a tentare l’escursione.
Natural Bridge e Emerald Lake. Il primo è un ponte (non praticabile) naturale (come lo indica il nome) sopra una piccola cascata. Bello, ma non ci impressiona più di tanto (3 giorni fa eravamo a Niagara Falls). 


Emerald Lake è già più simpatico. Se non altro per via del colore dell’acqua e per i giapponesi alle prese con le canoe a noleggio (70$ l’ora solo per farsi 3 selfie).



Il resto scorre tranquillo fino a Kamloops, un hotel senza infamia e senza lodo, solo per una notte, in quello che si rivela essere un posto turistico, sul lago omonimo e frequentato da canadesi in cerca di temperature clementi.

Cena vista lago, nanna e sveglia presto per essere a Vancouver prima delle 14 per imbarcare sul ferry e raggiungere Victoria. Tra Kamloops e l’imbarco ci ferma solo il pieno di benzina.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1Pr4RSwvCb1KWUVyaLsWE0R8Qs72OAPM8Traghettata panoramica sul ponte di poppa, sbarco e altri 30 minuti di strada fino alla camera d’albergo prima di un breve giretto per le vie di downtown Victoria così, giusto per prendere le misure di questa città le cui strade si svuotano già dopo le 9 di sera. 
Prenotiamo già un’escursione in gommone per il whale watching, sperando di vedere qualche orca saltare, ed andiamo a dormire.

1° Giorno a Victoria
Sono appena le 9 di mattina... avremo trascorso si e no 2 ore per le vie di Victoria ed abbiamo già imparato due regole di sopravvivenza.
Primo : tra le 21:30 e le 8 di mattina sembra ci sia il coprifuoco. In giro solo qualche barbone, magari ubriaco, che cerca una panchina per dormire. Se si vuole mangiare, meglio cercarsi una sistemazione già alle 17:30 per cena e, la mattina, pazientare fino alle 9, magari le 10, prima di vedere qualche negozio aperto.
Secondo : I padroni della città, soprattutto nelle vie della downtonw e vicino al mare, sono i gabbiani. Si sentono stridere (si dice così, no ?) in continuazione e, scusate, cagano ovunque. Un vero miracolo se non ci hanno mai beccato ma ci siamo andati vicini vicini... le tracce le trovate ovunque : marciapiedi, strade, pensiline, facciate dei palazzi ed, ovviamente, automobili.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1Ru5MuOEu5NadwUACHwEawn0SnVE_KThq

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1tRrqG7VtAVlf9vhZEAk6kOjsewLp86ui

Due giorni bastano per girare senza perdersi e vedere/fare le cose immancabili.
Quindi, in ordine sparso :

Fare un giro turistico in idrovolante :
La prima cosa che vedrete alzando la testa e guardando il cielo, se non è uno stormo di gabbiani sarà sicuramente un idrovolante della Harbour Air. Prenotazione direttamente in aeroporto, meglio se il giorno prima, per un giretto di una ventina di minuti su Victoria. Non è tanto per il panorama ma per l’esperienza di ficcarsi in un trabiccolo da 12 posti, con un po’ di fortuna seduti accanto al pilota (bastava chiederlo in tempo... l’avessi saputo prima...), e farsi due virate col rumore dell’elica nelle orecchie prima di tuffarsi nella bella sensazione dell’ammaraggio proprio come un gabbiano. Check-in mezz’ora prima dell’imbarco con posti assegnati, niente fila al gate, caffé (americano) e frutta offerti prima del volo, partenza in orario garantita.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1RHzZN1cnDjsDDK5G3zsM0jc3RqxJwBDo

https://drive.google.com/uc?export=view&id=13hFQKdBokQyEADw88WcWSKjluZKN_qzB

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1YcuzGs8vfXAFEa_Rf55qNlpI93H27Z84

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1VxA4UOamI-fDxRf4qo6L1uJneKIGXqVZ

Girare per le vie del centro e lungo le banchine del Inner Harbour :
La cosa è scontata, altrimenti cosa saremmo venuti a fare ? Negozi di souvenir, facciate colorate o di mattoni rossi in stile inglese, totem e quartiere di Chinatown. In tre ore probabilmente avrete già percorso due volte la stessa strada. Nessun bisogno di cartina o di GPS. Una grande arteria principale, diverse strade parallele e perpendicolari, un pseudo-lungomare (Inner Harbour, appunto) percorribile da parte a parte in meno di 30 minuti. Un balletto continuo di battelli-taxi, idrovolanti, navi, gommoni e atro tipo di natanti oltre agli immancabili gabbiani ed alle loro « impronte » ovunque. 
Abbiamo anche attraversato il Johnson Street Bridge (ponte levatoio testato ogni mattina) per una passeggiata sulla Songheese Walkway, meno presa d’assalto dai turisti e dai gabbiani.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1FUpFob8P9hZClbPipGsAbWTfHCfupyLH

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1Tk4J6IurypR4ZbOSkavO4r15rxq14gO8

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1gb7Z1XuI5gQ8F3__gUTHT6lGw7Jp-xzK

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1vmZcbSC_x36KFlFuyDNcJgehm5cuSd5y

Fare una traversata in Taxi-Boat :
Non esagerate perché sono 7$ a tratta ed a persona. Harbour tour a 30$ a cranio. Prendetelo magari per tornare dalla vostra passeggiata da Songhees per tornare al centro, con fermata all’ Inner Harbour, davanti al Faimont Empress, grand hotel caretteristico della città (se avrete voglia di prendere il thé delle cinque...).

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1bolNpvn6u2TGT2zUyJPoBrysPFdKrair

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1AedZDE6AQfAY8ZMZmEDka7x7wV9xR8VO

Visitare il palazzo del Parlamento :
Di giorno, ma soprattutto di notte, non potrete mancarlo. Insieme a l’Empress, è il « monumento » più visibile una volta arrivati all’Inner Harbour. Dopo il tramonto, tutta la sua sagoma è messa in evidenza da migliaia di luci che sembra uscito da Mille ed una notte.
La visita degli interni, ovviamente non obbligatoria, è anche gratuita. Forse l’unica cosa che non si paga oltre alle cacche di gabbiano. Strano, ma davanti al Parlamento spariscono anche quelle...

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1eHS7QHBSfTpgV5LPSYmtO71LwPRc_2t5

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1p2Xb-NwQudvI2ZPAa_2Q7bhQ9u7UrbS0

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1KNRxHVl9nZAch4rRFJH3804lHeMsvSa9

Passeggiare, ma anche far cena (non fate tardi, ovviamente) al Fisherman Wharf :
Altra scusa per prendere un taxi-boat sempre a 7$ ma ci si arriva con calma in 20 minuti a piedi dall’Inner Harbour. 
Piccoli « fast food » di diverse caratteristiche e per tutti i gusti e casette colorate galleggianti. 
Molto simpatico e particolare, vale assolutamente la pena di passarci il tempo di mangiare qualcosa.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1Ln0761A4_zBheDm6QHcik4tqfX-h4cts

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1wBgKscekz_K59S0rQPCfi05GHbslz4am

https://drive.google.com/uc?export=view&id=19KdMZS43fzMbdJA01smmI9gu8npNu9xO

Fare un’escursione in gommone per vedere le orche :
Anche se le orche le vedrete molto probabilmente da lontano (le foto le ho fatte con molta difficoltà con un 400 mm), la navigazione in gommone (zodiac) vale la pena d’essere vissuta. 
Tra le tante compagnie che propongono escursioni, nessuna difficoltà a trovare un posto a bordo.
Per i meno temerari, esistono ovviamente delle imbarcazioni più tranquille, con ponte coperto. Magari da prendere se il meteo non è favorevole. Prevedete almeno 3 ore e mezza sull’agenda, di cui quasi due di navigazione e 30 minuti di preparazione per check-in e per indossare l’equipaggiamento che vi proteggerà dal freddo e dalle ondate. Un’ora di osservazione di orche ed anche di una colonia di leoni marini.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1_7s3KLI0GtZLKF3aDZfhOcPB12lsF3tm

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1caoIeasyWtovYMjNi_PgmKHM1j2ErH2H

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1m4quau5tE8OjRxOUQvIFm49Vw0CUr1wJ

In caso, fuori città a 30 minuti d’auto, ci sono i Butchart Gardens... pare sia molto bello, ma visto il tempo a disposizione, ci siamo accontentati di vederli dall’alto durante il giro in idrovolante.

Prossima tappa > 300 km fino a Ucluelet e Tofino, spero che i gabbiani abbiano avuto pietà del mio parabrezza.

EH! (Intercalare canadese...)


Ucluelet, Tofino ed arrivo a Nanaimo
EH !
Da Victoria a Ucluelet ci saranno più o meno 300 km... il navigatore (app Navmii, gratuita che funziona bene anche senza connessione) ci indica 4 ore di strada. E così sia.

Partiamo da Victoria con comodo, dopo la solita colazione allo Starbucks di Chinatown. Traffico zero, riprendiamo la strada che sembra voglia piovere, ma stiamo all’asciutto fino a Duncan, piccola cittadina apparentemente famosa per i suoi totem. Facciamo una sosta di un’oretta circa, seguendo un percorso che ricongiunge tutti i totem della città.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1_7MO3bGQNiDSLhGRxlh81LlqzjkDpaAE


https://drive.google.com/uc?export=view&id=1oes2002aDVgoW3-1VFQit168E-7JgYa3

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1lBZpuhvxBHz8zZHuSjIdunALkzJbIUzx

A questo punto non ci resta che percorrere i restanti 200 km fino al Love Shack Cabin di Ucluelet, trovato su Airbnb, ottima sistemazione in quella che definirei una casetta piccolina in Canada. Anche se non ci sono i pesciolini ed i fiori di lillà, ci ritroviamo in un piccolo complesso immerso nel verde e nel silenzio assoluto. A 2 minuti dall’oceano.
https://drive.google.com/uc?export=view&id=1Or7kjjQMtqtgE-sXTvOV1rfb_TLUWMcK

Prima di arrivare però, il diluvio universale. La pioggia (cerco un nome più appropriato alla quantità d’acqua, ma lo trovo solo in dialetto) ci ha beccato a metà strada e non ci ha lasciato fino alle 6 del mattino seguente. 

Ceniamo in uno di quei ristoranti che si vedono solo nei telefilm americani, con tavoli e rivestimenti in legno d’abete, camicie a quadrettoni che sembrano uscite proprio da Heartland, giocatori di biliardo con tanto di cappello di cowboy (bagnato ovviamente) e match de baseball alla TV.
Burger di alce pressato a mano (dopo tritatura, ovviamente), discussione con una famiglia Canado-Russa che cercava un luogo più asciutto della loro tenda di camping per mangiare, spesa per colazione già fatta al piccolo supermercato dove solo per un panetto di burro ho speso 8$ e nanna nella piccola ed accogliente casuccia canadese.

Tre notti previste, quindi abbastanza tempo per fare avanti ed indietro tra Tofino ed Ucluelet, sperando che il meteo migliori. Il wifi, in compenso, viaggia che è una meraviglia ed abbiamo anche Netflix...

1° Giorno a Ucluelet / Tofino
Il calduccio della casetta in Canada ci sveglia alle 7 in punto. Bagels all’uvetta e cannella con burro e marmellata, caffellatte lungo e pronti per affrontare la giornata. Uggiosa.
Coperto ed allineato, il tempo pare non voglia farci vedere il panorama. Ma almeno non piove mentre percorriamo a piedi i 3 km di un pezzo facile facile di trail del Pacific Rim. Certo col sole sarebbe un’altra cosa... pazienza. Ci consoliamo con un cookies al cioccolato e burro salato come, bisogna riconoscerlo, solo oltre oceano sanno fare.




Digerito il cookie, e nonostante il cielo sia ancora coperto, facciamo un giretto nel « centro » di Ucluelet. Calma piatta... cerchiamo un posto dove prenotare un’altra escursione per vedere le balene... come si dice... « ritenta, sarai più fortunato ».



Da Ucluelet, percorriamo qualche km verso nord per andare a passeggiare sulla spiaggia, chilometrica, di Wickaninnish beach, in pieno nel parco naturale del Pacific Rim (7$ e mezzo a cranio per accedere al parco per 24h). Il cielo è sempre coperto ma la spiaggia con la foschia in lontananza è molto suggestiva. Piccola parentesi sulle cozze che crescono qui... ne bastano due per farci un’impepata per 4 persone (...)


Un’ora e mezza dopo, risaliamo ancora verso Tofino. Il cielo si è aperto al punto che si può mangiare all’aperto. Anzi, il sole scalda anche troppo. Ci sediamo, all’ombra, allo Shelter (vi consiglio il burger Tempura Tuna) per cena (veramente non sono neanche le 6 del pomeriggio) prima di rifarci un’altra passeggiata in spiaggia per il tramonto. La marea è bassa ed non mancano surfisti e gabbiani.


https://drive.google.com/uc?export=view&id=1Zke3aW-iZpOdnXXFGCR9n2mGVyASKXRw

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1eROunsAD5wsc-rbrQiqMXyBP7Q0YHB9_

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1oTUE9kod_6pmSlHnesZc45bzKFUkauGD

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1hI0Jnlx_l0lx5ykfx6o3ITsyOejKxTdT

Domani speriamo in un tempo più soleggiato, c’è ancora altro da fare.

2° Giorno a Ucluelet / Tofino
Ore 8:00, colazione con bagels in versione burro e marmellata, zaino e cielo che si apre.
Si apre, ma solo da una parte. Ovviamente quella opposta al trail in cui ci siamo lanciati. Siamo sul Pacific Rim, ed il sole lo vediamo soltanto per i primi 100 metri mentre attraversiamo un bosco di alberi secolari. Poi, avvicinandosi alla costa frastagliata, una foschia, così densa che ci si potrebbe appoggiare la bici. Non si vede oltre i 100 metri se si guarda il mare. Sembra un fenomeno dovuto alla temperatura dell’acqua del Pacifico che fa condensare l’aria sovrastante in una nebbia fitta. 
Percorriamo i 10 km con la speranza che : primo, si apra ; secondo, che non sbuchi un orso da qualche parte.
La speranza è stata l’ultima a morire. Niente orsi e nessuna visibilità fino al ritorno sulla parte opposta al Pacifico.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1J3UlGatqvMmUx21oHmYNo6yTpiR35q3I

Però, un cookie l’abbiamo meritato prima di imbarcare per un’escursione in gommone per cercare qualche balena. 

Partiamo alle 15:30 per 2 ore e mezza di navigazione. Le balene le abbiamo viste, ma un po’ da lontano, purtroppo. In compenso, abbiamo zigzagato fra le isole ed isolette intorno a Ucluelet scorgendo anche un orso bruno, delle aquile ed altri leoni marini.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1_5XPSzJ9EWkXbzXZ247gXhCrM9JA07-L

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1BS7FU5I1kcYhIZUbth7L9l6nt4Dd99de

https://drive.google.com/uc?export=view&id=16CzMYVlEpbLay9GsPbODxiLasn1Fvett

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1RSi3iOgUSQVVXcQiiK9qXijmArBOez9U

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1M6muSiAsV6RjsJYTHBTBBTyKektm1ggd

https://drive.google.com/uc?export=view&id=15SBkWrR-VbWR0c1V-kl8qlOvZl-Pa-qN

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1687_wQFQ1ks6YazLFHfxh04kkJyS7Uia

Non ci resta che riconsolarci con una buona cena (ancora più difficile che vedere delle balene da vicino) e preparare le valigie per la partenza di domani verso Nanaimo.

3° Giorno / da Ucluelet a Nanaimo
Mai dire mai. 
Valigie chiuse e caricate in macchina sotto un cielo blu dipinto di blu.
La partenza per Nanaimo (a circa 1 ora e mezza di strada) può aspettare. 
Facciamo rotta verso Tofino e le sorprese non si fanno attendere. Sulla strada che attraversa il Parco Nazionale del Pacific Rim, ci chidevamo se l’orso che avevamo visto ieri dal gommone era veramente lì per caso oppure era un « habitué » le luogo, magari nutrito ad orari precisi per farsi fotografare dai turisti che spendono 100$ a testa per farsi scarrozzare in gommone.
Neanche finita la frase, un orso bruno ci sbuca dalla foresta appena a 10 metri. Siamo gli unici a vederlo ed a fare inversione con l’auto sperando che non scappi via.
Riusciamo a ritrovarlo tenendoci a distanza sul bordo strada. La scena dell’orso che mangia bacche a 20 metri da noi finisce quando un camper ci supera per fermarsi proprio accanto all’orso. Vedo un cellulare sbucare fuori dal finestrino mentre l’orso, disturbato, si infila nuovamente nella foresta sparendo.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1xT5_2lGCKpa9nnNi-uZQVQyo8f9h0dMz

Onestamente, avrei prefererito che gli sbranasse la mano con tutto il cellulare... peccato. 

Riprendiamo la strada verso Tofino, di orsi neanche l’ombra più, ma di stronzi col camper potrei riempire la cronaca (...).

A Tofino passeggiamo sotto il sole. Niente a che vedere con due giorni fa quando veniva giù il diluvio. Prima sulla spiaggia di Mackenzie, anche troppo affollata visto che è domenica, poi un po’ di shopping, una sosta al bar e, dopodichè, la saggia decisione di « una botta di vita » scegliendo un altro giro panoramico in idrovolante.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1bRHxivSFIUjfss8ZclBYs0ZLjfIAn0v8

https://drive.google.com/uc?export=view&id=115uVByh3VkjVkuQwxttl3Gjm21TsAgEl

Questa volta versione « Canada Dry ». Siamo in 3 a bordo pilota compreso. Ed io seduto accanto con tanto di cuffia e microfono mentre il motore comincia a tossire prima salire di giri.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1MpGvDRV--O_ApWWqh6Ps7td-ul4bcLS5

Venti minuti di motore per uno spettacolo di vista su Tofino e tutta la sua costa. Il bonus arriva dal mare. Un po’ come l’orso di prima, che non era previsto, stavolta è la balena di turno a fare apparizione. Come si dice... un colpo di... anche il pilota è rimasto sorpreso a tal punto che ha deviato dalla rotta girando in cerchio fino a quando quest’ultima è tornata a galla, soffiando, prima di sparire in 3 secondi. Neanche il tempo di regolare la macchina fotografica che era già sparita. Peccato per la foto, mossa visto il contesto e non me ne vogliate, ma vedere una « bestia » di quelle dall’alto, e per intero, vale più di tutto il resto.

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1g2XxEjYMmQlVlCXRfkLet8nEUkgt7wTh

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1GOXgqWMaqykPrSI5m5hHY5tbEpIvIfJahttps://drive.google.com/uc?export=view&id=1VwFEhAEQl2vXIpup0et4GAJNXazAvuFEhttps://drive.google.com/uc?export=view&id=1iTgquQ2Ir8lsVnOu9MjiRnj9U54JcX9m



Adesso possiamo morire in pace. Oddio, magari non proprio oggi e non mentre il nostro Top Gun rimette i gas in pieno ammaraggio per evitare, prudentemente, di centrare un gommone che veniva da sinistra. Altro giro bonus con vista su Tofino in omaggio.




https://drive.google.com/uc?export=view&id=1pzxMahXUhCJUJNQjNdPqt4rcbpZIP1sX

Siamo soddisfatti, finalmente. Adesso possiamo fare strada verso Nanaimo. Abbiamo visto più cose in 20 minuti di trabiccolo scoppiettante che in due giorni di foschia. Un amaro Montenegro ci starebbe tutto, ma dubito se ne trovi uno qui. 

Così l’allegria ci accompagna per tutta la strada, fino a Nanaimo. Due soste da aggiungere al diario di bordo. 
La prima a Port Alberni. Dodici gradi buoni in più di Tofino. Quasi afa in questa città (generoso chiamarla così) che alle 19 di domenica sembra già una casa di riposo. Tiriamo avanti fino a Cathedral Grove, nel MacMillan Provincial Park. Qui valeva la pena. Venti minuti anche qui per percorrere un sentiero in mezzo ad una foresta di alberi di Duglas secolari ed enormi. La tonalità di verde è indescrivibile. Sono le 19 e 30, fresco e silenzio. A quest’ora pare che anche le zanzare applichino il coprifuoco. 



Ora si. Tiriamo dritto fino al Coast Bastion Hotel, centrale con vista sul porto turistico. 
Ore 20:30. Così tanta gente in giro non l’avevo vista neanche nella Valle della Morte a mezzogiorno con 48°... 

Troviamo da mangiare solo al ristorante dell’hotel. Unico segno di vita nel raggio di 500 m. 

Neanche il piacere di farsi aggredire in un vicolo buio. Vedremo domani che è lunedì.
Ci fermeremo qui 2 notti prima di prendere la nave per Vancouver. Non so più il perché di questa scelta... ah, si... avevo pensato all’opzione di una gita in auto nei dintorni... ma dopo l’orso per strada e la balena dall’idrovolante non vale più la pena.

Nanaimo e Vancouver
Cosa dirvi di Nanaimo... poco e niente. Il mortorio si conferma anche di lunedi visto che, e l’abbiamo scoperto solo cercando un posto per fare colazione, tutto è chiuso perché la nostra giornata qui coincide con una festa nazionale.
Certo non ci aspettavamo di trovare l’animazione a cui siamo abituati dalle nostre parti, ma neanche alle calma piatta visto che sono già le 9 passate. E siamo in pieno centro.


La pratica della passeggiata sul lungomare, che funge anche da porto, da aeroporto e da spiaggia per bambini, la liquidiamo in soli 15 minuti, visita al faro storico compresa. 


Diamo pure una sbirciata sul molo dove si pratica quello che sembra quasi uno sport locale, cioè la pesca al granchio, prima di trovarci un’attività per passare tranquillamente la giornata.



Per pochi dollari a cranio prendiamo un biglietto andata e ritorno per Newcastle Island Provincial Parc, dove pare ci siano segni di vita degni di nota. 

In effetti, l’isola si trova ad appena 10 minuti di battello da Nanaimo. A scelta, diversi trail da fare a piedi oppure in bici in mezzo ad una bella foresta, diverse spiagge ed un lago. Possibilità di affittare delle canoe oppure delle mountain bikes. Noi abbiamo optato per le bici. Due ore sono il minimo sindacale per fare l’itinerario di base. 



Dopo la pedalata ed il rientro alla base ci siamo fatti coraggio per assaggiare quello che loro definivano il miglior gelato artigianale della costa west. Non sapevo se dovevo scegliere il gusto oppure il colore... vado sul sicuro, beige chiaro, ovvero caramello salato che fa parte dei loro cavalli d battaglia. Resto positivo, almeno ho imparato qualcosa. 


Così come ho imparato che qui si fa l’happy hour dalle 3 alle 5 del pomeriggio e cena massimo alle 18 e 30. In caso di dubbi sul menu, il burger di turno vi toglierà d’impaccio.
Fortunatamente Siri ci orienta verso l’unico ristorante con 4.7 stelle Tripadvisor. Si tratta di un ristorante greco, l'Asteras, pieno zeppo e con lista d’attesa. O è l’unico aperto, oppure è veramente potabile. Non avendo molta esperienza con gli ellenici, non posso dare giudizi comparativi. Solo il fatto che sono ancora qui a scrivere è un buon segno.

Quindi, nient’altro da aggiungere su Nanaimo. Il ferry delle 10 e 30 ci strappa da questo torpore di città prima che si animi e ci consegna a Vancouver per tre notti all’Embarc Hotel, in pieno centro, molto pratico per fare tutto (o quasi) a piedi.
https://drive.google.com/uc?export=view&id=1tdZBLpkswQFj1PaWwr74iX01XASfl3x8

Vancouver è una bellissima città, qualche grattacielo a specchio, un bel lungomare, gli immancabili idrovolanti, una down town con palazzi con le facciate in mattoni, negozi (aperti oltre le 8 di sera), ristoranti, ecc.
https://drive.google.com/uc?export=view&id=1qPVJM7hwGZGx-KJmZu30bUNIL22DEd_A

Bene ! La realtà, però, non tarda ad arrivare. Questa città si confronta ad un vero problema che sembra non trovare soluzione. Una percentuale di drogati mai vista altrove. Concetrati in un quartiere, a 2 passi da una delle zone più turistiche del centro, e che scorazzano come degli zombies un pò ovunque in cerca di spiccioli per farsi l’ennesima dose di una sostanza che li riduce in qualcosa di indescrivibile fino ad ucciderli. Pare che una decina a settimana ci lasci la pelle. Gli altri, scusatemi la durezza della frase, non sembrano neanche più degli esseri umani. 

Da evitare assolutamente di attraversare a piedi la zona di East Hasting (Eastside). Probabilmente, come noi, ci passerete in auto per caso. Evitate gli sguardi curiosi... triste da dire, ma... guarda e passa. Ne verrete altri, a dormire per terra, magari sotto gli effetti dell’ultima dose... completamente «fatti»... nessuno sembra prestargli attenzione. Sembra una «quasi-normalità» quotidiana per gli abitanti del posto. 

E per completare l’opera, abbiamo anche assistito, nostro malgrado, ad un attacco della polizia che ha fatto uso di proiettili di gomma su uno di questi poveri cristi che, in escandescenza ed in mezzo alla strada, sotto l’effetto della droga ha rifiutato di ottemperare. Sembrava di trovarsi in un film d’azione... scene normali per gli abitanti di Vancouver che sono ormai abituati a convivere e che in ogni caso reputano questa città tranquilla e sicura. Per non sbagliare, noi alle 9 e mezzo di sera eravamo già in camera (male che va c’è sempre una partita di baseball da guardare in TV).

Allora, cosa fare a Vancouver in due giorni abbondanti ? 
Oltre al giro in idrovolante e l’escursione in gommone per osservare le orche, cose già fatte a Victoria, Tofino ed Ucluelet, 48 ore sono sufficienti per vedere l’essenziale e magari qualcosa in più. Ecco, qui di seguito, come abbiamo passato il tempo a Vancouver :

Girando per Downtown ed il West Waterfront :
Immancabili le vie del centro, quelle commerciali con la maggior parte dei negozi delle grandi marche e non solo. Burrard Street, Robson Street, Nelson Street e le zone limitrofe fino al porto, al Seawall oppure per i negozi del Pacific Center.







Per cenare in un buon contesto abbiamo chiesto a Siri un ristorante ed abbiamo seguito il suo consiglio. Il Cactus Club Cafe su Burrard Street propone un buon mix di cucina, oltre al classico burger, per un prezzo tutto sommato accettabile vista la location.




Approfittate del passeggio quotidiano per osservare come la moda ed i comportamenti qui possano essere stravaganti e liberi. 
Gente vestita solo perché bisogna pur vestirsi, ragazzi con tanto di fidanzata che esibiscono sandali da donna con tanto di tacco e zeppa, capelli tagliati a c... ... lasciamo perdere. 

Tra i negozi di Gastown :
Palazzi dei primi del ‘900 (il Canada ha appena 150 anni), negozi di arte e design, coffees e ristoranti (per uno spuntino il Flyning Pig) ed l’unico (credo) esemplare al mondo di orologio a vapore che ogni 15 minuti rintocca sbuffando come una locomotiva. Visto quello che circola in certe zone, non c’è niente di sorprendente se in questa città anche l’orologio fuma di brutto.









Parecchi i negozi di souvenirs dove trovare di tutto. Gli oggetti d’arte Inuit meritano un capitolo a parte. Le sculture in legno le avrei comprate tutte se non fosse per i prezzi che andavano dai 100 agli oltre 10’000 $. E con 100 $ ci si può permettere solo un modello versione bomboniera. 

Passeggiare a Stanley Park :
Vale la pena per la vista sulla skyline di Vancouver e sui cappellini altrettanto stravaganti dei turisti giapponesi che fanno a gara a chi ha la visiera più grande. Se come noi avrete già fatto qualche altro parco Canadese, nulla di nuovo sotto il sole. Il parco si può comodamente «circumnavigare» in automobile, facendo qualche breve sosta nei punti panoramici. Per chi vuole c’è anche una spiaggia con tanto di piscina pubblica.





Spuntino a Grandville Market :
Sulla penisola di Grandville Island che si può raggiungere dal centro in auto, bici, a piedi (ma è lunga) oppure in acquabus, piccole imbarcazioni che vi traghettano in 2 minuti da una riva all’altra. Pagando, ovviamente.






Al mercato ci trovate tante varietà di generi commestibili da provare o da evitare secondo i gusti ed il coraggio. Ho visto cannoli siciliani rosa pallido a 6$ al pezzo, pasta ai colori dell’arcobaleno e lasagne vegane. Tutto questo a pura conferma della stravaganza di questa città.





Scappare dal Capilano Bridge :
Onestamente ? No...  quasi 60$ a cranio, senza parlare della tariffa del parcheggio per una passerella sospesa, neanche ad altezza da dare i brividi, e da condividere con una folla da stadio che si « incrosta » inevitabilmente su tutti i selfie, no... ripeto, fosse la prima esperienza in Canada, magari ci stava, ma dopo aver visto ben altro, no. Lasciamo perdere.

Ed in alternativa ? Dopo 3 settimane, la nostalgia di un buon ristretto come quello del bar ci ha spinto a seguire i consigli di un’amica italiana che ha parenti in zona. Ci siamo spinti ad oltre 30 km dal centro fino a Maple Ridge. Un centro abitato come ne troverete molti altri in Canada,  un po’ piatto a prima vista, ma dove potete scovare la Capri Italian Bakery, a conduzione familiare partenopea, dove le frittelle alla nutella valevano  da sole un viaggio fino all’altra parte del globo. Un grazie particolare ai titolari per l’accoglienza calorosa e la loro impagabile simpatia.



Altra alternativa, meno consigliata, ovviamente... ?
Vivere l’esperienza di essere svegliati in piena notte dall’allarme antincendio dell’hotel e ritrovarsi con altri ospiti di ogni provenienza e cultura a percorrere, vestiti alla meno peggio, con solamente lo stretto necessario riunito in tasca, i 29 interminabili piani delle scale di soccorso... cercando di stare calmi. In realtà non era niente di grave, ma ci siamo ritrovati a ridere e scherzare mischiando italiano, inglese, francese e spagnolo con una coppia di messicani in preda al panico per la loro prima notte di vacanza a Vancouver. 
Alla fine, anche questa una « bella » esperienza... mucho gusto :-)

Tornati a dormire alle 3 di notte con l’allarme ancora nelle orecchie, sveglia alle 8, chiusura valigie, restituzione dell’auto che ci ha scarrozzato per 2’500 km tra orsi e zanzare e volo di ritorno quasi in orario di Airfrance via Parigi. Niente sciopero. Basta emozioni forti.

EH ! Alla prossima. Ciao.
 

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