Ritorno a Singapore 2015 (da Bali)
Day 17 > Da Bali a Singapore
Più che da Bali dovrei dire da Gili Trawagan a Singapore.
Infatti con questa giornata chiudiamo la nostra parentesi indonesiana e so già che resterà chiusa per un bel pezzo.
Riassunto delle puntate precedenti :
L'avventura di cui fa parte questa pagina raggruppa un viaggio che é cominciato a Singapore, per continuare in Indonesia (Bali e Gili Trawagan) e per poi terminarsi di nuovo a Singapore.
Abbiamo trascorso 8 giorni a Bali, alla ricerca della Bali "profonda", lontano delle mete prese d'assalto dai turisti alla ricerca di onde su cui "surfare".
Abbiamo apprezzato l'accoglienza, la simpatia, l'onestà e la cultura dei balinesi, della loro isola, con i suoi vantaggi ed inconvenienti ma anche alcune buone faccette della loro religione.
Poi siamo passati alle isole Gili, principalmente Trawangan. Un mare da cartolina, ma con l'obbligo di stare spalle alla terraferma.
Quattro notti di cui due erano già di troppo... una scelta, forse sbagliata, per quelle che su alcune riviste di viaggio erano definite come "i Caraibi d'Asia"... non so dove questi giornalisti hanno visto i Caraibi... io non sono mai stato ai Caraibi, ma se sono come Gili non ci andrò neanche gratis.
A meno che non mi venga la voglia di fare solo immersione a poca spesa, ma che per il resto mi piaccia stare su un'isola che giri in 1 ora su una stradina sabbiosa e polverosa, dove la gente mi é sembrata leggermente disonesta, al punto di dover controllare attentamente ogni fattura per evitare sorprese (2 volte su 3), poco accogliente, tendenzialmente sporca e dove i turisti arrivano in massa visti i prezzi della vita quotidiana. E visto che Bali viaggia sulle stesse tariffe, su Gili due notti bastano ed avanzano per, come dico spesso, non morire stupidi. Per il resto, meglio una villa a Bali, serviti e riveriti come dei pascià...
A meno che non mi venga la voglia di fare solo immersione a poca spesa, ma che per il resto mi piaccia stare su un'isola che giri in 1 ora su una stradina sabbiosa e polverosa, dove la gente mi é sembrata leggermente disonesta, al punto di dover controllare attentamente ogni fattura per evitare sorprese (2 volte su 3), poco accogliente, tendenzialmente sporca e dove i turisti arrivano in massa visti i prezzi della vita quotidiana. E visto che Bali viaggia sulle stesse tariffe, su Gili due notti bastano ed avanzano per, come dico spesso, non morire stupidi. Per il resto, meglio una villa a Bali, serviti e riveriti come dei pascià...
Oppure vi ficcate in un resort a 5 stelle e non vi muovete dalla spiaggia privata. Non é per me (scusate).
Fine del riassunto. Lasciamo la camera alle 10, dopo la colazione, ci carichiamo sul taxi, pardon, carretto trainato da mini-cavallo che ogni tanto ne lascia un chilo per strada, ci lasciamo scarrozzare nella polvere del "retrobottega" di Gili Trawangan, diamo un ultimo sguardo allo squallore dietro le quinte ed andiamo a fare il check-in per imbarcare sul motoscafo e raggiungere l'aeroporto di Denpasar (foto da iPhone).
Abbiamo il tempo. Il nostro volo per Singapore é alle 20:35 ora locale. Dovremmo imbarcare alle 11:45 per 2 ore e mezza di navigazione veloce.
Lasciamo quindi questo surrogato di repubblica bananiera di cui ho voglia di ricordare le 2 tartarughe che hanno nuotato con noi per 10 minuti, qualche sprazzo di spiaggia deserta con acqua cristallina e qualche cocktail al tramonto in santa pace.
Due ore en mezza di cui almeno una e mezza in un mare non agitato ma con onde fino a 2 metri per la gioia di grandi e piccini. Almeno noi ci siamo divertiti, stando in piedi accanto al posto di comando. Quelli seduti dietro, un po' meno.
Ed ero troppo impegnato a giocare alle montagne russe che non ho fatto neanche una foto, tiè!
Due ore en mezza di cui almeno una e mezza in un mare non agitato ma con onde fino a 2 metri per la gioia di grandi e piccini. Almeno noi ci siamo divertiti, stando in piedi accanto al posto di comando. Quelli seduti dietro, un po' meno.
Ed ero troppo impegnato a giocare alle montagne russe che non ho fatto neanche una foto, tiè!
Arrivo puntuale a Serangan, trasferimento perfetto all'aeroporto di Denpasar (l'aria di Bali si sente nuovamente). Siamo in largo anticipo ed in più KLM ci annuncia due ore di ritardo del volo. Non ci resta che ficcarci nel Premier Lounge, in cui fortunatamente possiamo accedere in quanto aventi diritto ed aspettare comodamente seduti approfittando del buffet e bar a gogo. Togliessero 'sta musica indo-balinese che ci perseguita da 10 giorni ci farebbero un favore, ma almeno si sta meglio che in sala d'attesa.
Volo previsto quindi alle 22:20, arrivo a Singapore a notte fonda... Il Marina Bay Sand ci aspetta in ogni caso per farci rimettere dalle emozioni bananiere... "errare humanum est" ma almeno non perseveriamo.
Ah, dimenticavo, in quest'avventura balinese almeno mi avesse punto una zanzara... neanche quella... e dire che mi ero vaccinato anche contro la peste bubbonica...
Day 18 > Singapore
Cominciamo la giornata alle 2 di notte, ora di arrivo all'hotel. Check-in rapido con piacevole sorpresa. Dopo Gili Trawangan, ogni piccola cosa positiva é accolta con i fuochi d'artificio.
Ecco, visto che siamo in tre e che li abbiamo avvertiti del ritardo, ci hanno fatto un upgrade facendoci passare da una camera doppia con letto aggiunto ad una suite di circa 60 m2 con terrazza. Aggiungiamo questa differenza di prezzo (che non paghiamo) ai 200€ risparmiati per l'ultima notte a Gili e la GoPro (quella "smarrita" a Gili) é definitivamente pagata, anzi ci resta anche qualcosa per comprare da bere.
Andiamo a letto che sono quasi le 3 di notte.
Per rendersene conto basta andare all'Infinity Pool del nostro hotel. Tutti a nuotare con un braccio solo. Nell'altra mano si tiene lo smartphone, che serve anche da ombrellone se magari é un iPhone 6+ o simile. Bisogna dire però che nuotare a 57 piani dal terra non capita tutti i giorni. Basta andare alle 6:30 di mattina, dopo sembra di essere all'Euronics.
Noi ci facciamo le nostre 2 ore di tintarella (smarphone permettendo) che valgono anche per qualche turista "cino-giapponese", rigorosamente vestito anche in acqua per evitare di passare dal giallo chiaro all'arancio sanguinello, e poi ce ne andiamo a spasso, partendo dal Marina Bay Shoppes fino a Chinatown.
E per quest'anno abbiamo chiuso... Salamat Po per averci seguito fino a qui...
Alla prossima :-)
Ah, dimenticavo, in quest'avventura balinese almeno mi avesse punto una zanzara... neanche quella... e dire che mi ero vaccinato anche contro la peste bubbonica...
Day 18 > Singapore
Cominciamo la giornata alle 2 di notte, ora di arrivo all'hotel. Check-in rapido con piacevole sorpresa. Dopo Gili Trawangan, ogni piccola cosa positiva é accolta con i fuochi d'artificio.
Ecco, visto che siamo in tre e che li abbiamo avvertiti del ritardo, ci hanno fatto un upgrade facendoci passare da una camera doppia con letto aggiunto ad una suite di circa 60 m2 con terrazza. Aggiungiamo questa differenza di prezzo (che non paghiamo) ai 200€ risparmiati per l'ultima notte a Gili e la GoPro (quella "smarrita" a Gili) é definitivamente pagata, anzi ci resta anche qualcosa per comprare da bere.
Andiamo a letto che sono quasi le 3 di notte.
Alle 9:30, dopo aver fatto colazione ad uno Starbucks locale, giriamo un po' per Marina Bay. Il cielo questa volta é quasi blu ma non durerà.
Continuiamo da dove ci eravamo fermati 2 settimane fa. Quindi arriviamo proprio sotto il simbolo di Singapore (che si prepara a festeggiare i suoi primi 50 anni d'esistenza), il Merlion, cioè un leone con il corpo di sirena che sputa acqua davanti alle orde di giapponesi che si fanno selfies a go-go...
Da vedere... anche perché la vista su tutta la baia é molto bella ed gli "specimen" dei turisti giapponesi con tanto di ombrelli colorati e cappellini da oscar valgono sicuramente il viaggio.
Il tempo cambia, piove pure ma non dura, mentre ci spostiamo verso la Haji Lane (che si trova vicino alla Bali Line... tutto ha un senso), una stradina variopinta dove fare shopping in tanti negozietti simpatici, mangiare o bere qualcosa. Carattere opposto rispetto della Ochard road, dove invece si trovano tutti i negozi di lusso, e non. Mangiamo qualcosa da "I AM", all'angolo della stradina, abbastanza simpatico e frequentato.
Si torna in albergo, giusto il tempo di fare un bagno in piscina al tramonto, per poi gustarci dalla terrazza della camera lo spettacolo degli alberi illuminati del Marina Bay Garden. Le luci cambiano colore ed ogni ora circa il tutto si anima a tempo di musica.
In serata, quando la temperatura si fa più respirabile, usciamo per bere qualcosa nei pressi di Chinatown, nella Cross street, molto frequentata. Questo dopo aver approfittato della vista notturna su Marina Bay.
Singapore é molto sicura. Si può tranquillamente passeggiare anche fino a tardi senza rischi. Dicono che qui la criminalità non esiste... in ogni caso il sentimento di sicurezza é palpabile.
Day 19 > Last day > Singapore
La parentesi asiatica sta per chiudersi. Ultimo giorno a Singapore, per chiudere in bellezza. Questa città sorprende per ordine, pulizia, sicurezza, qualità dei trasporti, architettura, ma anche per l'alto costo della vita, il tasso d'umidità, l'aria condizionata a balla ed il numero di selfie al metro quadrato.Per rendersene conto basta andare all'Infinity Pool del nostro hotel. Tutti a nuotare con un braccio solo. Nell'altra mano si tiene lo smartphone, che serve anche da ombrellone se magari é un iPhone 6+ o simile. Bisogna dire però che nuotare a 57 piani dal terra non capita tutti i giorni. Basta andare alle 6:30 di mattina, dopo sembra di essere all'Euronics.
Noi ci facciamo le nostre 2 ore di tintarella (smarphone permettendo) che valgono anche per qualche turista "cino-giapponese", rigorosamente vestito anche in acqua per evitare di passare dal giallo chiaro all'arancio sanguinello, e poi ce ne andiamo a spasso, partendo dal Marina Bay Shoppes fino a Chinatown.
Dicevo... Chinatown, dove tra un souvenir e l'altro, mi faccio tentare dall'assaggio di questa specie di fogli di lardo caramellato che, sempre per non morire stupido, scopro siano quasi "commestibili". Certo, non ci farei fortuna per le vie di Milano, ma pensavo peggio.
Da Chinatown serve un taxi per andare un po' fuori mano... in una zona che potrebbe essere il Central Park asiatico. Arricchito però da una serie di passerelle sospese nel verde, che non manca mai qui, con vista sui capricci dell'architettura moderna. Due chilometri di saliscendi con 32° buoni senza contare l'elevato tasso di umidità. Siamo al Southern Ridge, ovviamente deserto...
Oh, niente tag, né sporcizia, né venditori ambulanti... niente... mah...
Qui ti intimano di non dare da mangiare alle scimmie, ma con 'sto caldo le scimmie :
1) non si fanno vive
2) sono loro a dar da bere a noi...
La vista sul retro di Singapore é imperdibile, anche dall'Henderson Waves Bridge, un ponte dall'architettura curiosa alla cui fine troviamo l'unico punto di ristoro di tutto il percorso. La vista si paga, anche se dà sul porto commerciale di Singapore.
E volendo ci sarebbe da prendere anche il Cable Car (funivia) che porta all'isola di Sentosa, ma la lentezza delle rotazioni ci scoraggia... Troviamo un taxi, tra l'altro molto più abbordabili che il punto di ristoro di prima, e torniamo in albergo.
Per chiudere questa parentesi asiatica, ci resta da provare una cena in uno dei ristoranti della catena asiatica "Din Tai Fung", mangiando rigorosamente con le bacchette... Nessun bisogno di ricordare cosa disse Darwin, ce la siamo cavata benissimo e ne usciamo soddisfatti. La voglia di pizza si fa sentire sempre di più ma onestamente non era niente male. Anche se per decifrare il conto non c'é stato nulla da fare.
Marina Bay si illumina per l'ultima volta, almeno per noi, con il suo spettacolo di luci e fontane. Dopo di che ci tocca chiudere le valigie. Domani 18 ore di viaggio non ce le ruba nessuno.
Alla prossima :-)
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